Quest’anno mi sono tolto
finalmente la soddisfazione di andare a fare una pedalata anche all’Isola del
Giglio. 6 agosto. Partenza da Porto Santo Stefano con il primo traghetto della
Toremar alle 7:30.
Sbarcato a Giglio Porto esattamente un’ora dopo, inizio subito
la salita verso Giglio Castello: bella, pedalabile, percorribile a buon ritmo,
spesso a 18-20 Km/h. Giornata stupenda, non c’è una nuvola. Al bivio per Giglio
Castello, a quota 267 metri slm, decido di scendere prima a Giglio Campese. La
strada è ideale, ottimo l’asfalto. La discesa verso Campese è una delle
esperienze più straordinarie che un ciclista su strada può vivere. Il porto e
il golfo giù sotto sono davvero invitanti. Pedalo tra ulivi e fichi che
punteggiano i magri pendii e in un attimo raggiungo il paese. Il mare è eccelso,
il paesaggio quasi tropicale, racchiuso tra la Torre del Campese e la Punta del
Faraglione. Una breve sosta, due passi sulla spiaggia di finissima ghiaia
rossiccia, poi risalgo in sella. Ho poco tempo. La salita da questo versante è
un po’ più impegnativa, ma mai difficile. Spesso mi volto a guardare il
panorama.Non faccio fatica nemmeno se provo ad accelerare più forte, sempre in agilità, sui tornanti, tanto sono preso dalla contemplazione di ciò che ho davanti agli occhi. Le gambe e la bici rispondono che è un piacere; il suono raffinato ed appena percettibile della meccanica Campagnolo si apprezza ancor di più in certi momenti. Al bivio punto verso Giglio Castello, che si trova un paio di chilometri più in alto, a quota 350 metri slm. Raggiungo in un attimo il paese, che avevo già visitato lo scorso anno in autobus con la famiglia. La piazzetta col tabaccaio e il bar comincia a svegliarsi. Un paio di foto e scendo a capofitto a Giglio Porto dove il traghetto della Maregiglio delle 10:30 sta per partire. Mi siedo sulla terrazza panoramica del battello. Tolgo casco, maglia, scarpe e calze e mi sdraio pigramente su un sedile godendomi il sole mentre navighiamo a ritroso verso l’Argentario: ho trascorso due ore davvero fantastiche su questa magica isola che si allontana a poco a poco mentre il traghetto costeggia il piccolo faro verde del porticciolo e si alza un vento teso e rinfrescante.
Marco Fortis