Alcuni giorni di vacanza intorno
a Siena di ritorno dal mare sono stati l’occasione propizia per un paio di
uscite in bici il mattino presto sulle colline del Chianti. La prima mi ha
portato da Castellina a Siena e ritorno.
Partito all’alba come d’abitudine,
raggiungevo finalmente piazza del Campo dominata dalla torre del Mangia verso
le 7 del mattino. Il percorso di gara del Palio, ormai imminente, era già stato
predisposto mediante la copertura con uno strato di terra battuta. Anche le
panche per gli spettatori erano già state collocate ai bordi della pista per i
cavalli deturpando così un po’ le facciate e la prospettiva di questo magnifico
anfiteatro. E’ stato comunque un vero piacere pedalarvi in solitudine per
alcune centinaia di metri come se fossi al Vigorelli, prima di essere fermato
da alcuni severi inservienti. Poi il ritorno verso Castellina a tutta velocità tra
un mare di vigneti sulle facili salite della Chiantigiana, solo a tratti
impegnative, come dopo Quercegrossa.
La seconda gita mi ha portato da
Castellina in Chianti a Radda e poi a Gaiole, 60 chilometri esatti tra andata e
ritorno. Un percorso nervoso, pieno di saliscendi, con la salita più divertente,
che ho abbordato con entusiasmo e notevole velocità, da Gaiole sino al bivio
per Montevarchi sulla strada del ritorno verso Radda in Chianti. Ho provato
anche qualche chilometro di strade bianche per poter poi riferire le mie
impressioni agli amici della Iride che questo autunno hanno in animo di tentare
l’Eroica. Ma il mio parere sulle strade bianche del Chianti, pur meravigliose,
non è obiettivo. Troppa ghiaia e polvere per i miei gusti. Io amo l’asfalto,
perché mi permette di pedalare in piena concentrazione e di ascoltare attentamente
le mie sensazioni. In bicicletta da corsa non mi piace essere distratto da
ostacoli, nemmeno da un po’ di brecciolino. E qui ce n’è parecchio.
Marco Fortis