Come da tradizione,
anche quest’anno si chiude la stagione del ciclocross ad Auzate, delizioso
villaggio sulla collina di Gozzano che presenta il solito percorso classico
indurito dalla mitica “scalinata” nella terra.
Anche per questo inverno
quindi abbiamo concluso il tour delle tre F (freddo, fango e fatica) e
lasciatemi esprimere 2 considerazioni.
La prima è che gran parte del nostro bellissimo
movimento è composta dalle famiglie. Cioè molte famiglie intere che si muovono
insieme ogni weekend e partecipano attivamente alle gare. Basti pensare ad
esempio alla plurivittoriosa famiglia Ballini con il papà e i due figli,
oppure ai Ballarè, in gara addirittura con tre generazioni (padre,
figlio e nipoti), ai Borella, con papà, mamma e figlio, ai Mazzuero,
con papà, mamma e quella nuova promessa che si chiama Sofia, ai simpatici
fratelli Gelli, ai fortissimi fratelli Borini, ai fratelli Cortinovis
e a tutte le altre famiglie che mi scuso di aver tralasciato per dimenticanza e
ancora, a tutte quelle coppie di coniugi in gara di cui non riesco a fare gli
abbinamenti con i giusti nominativi, ma che so essere molte.
Cosa c’è di più bello,
lo dico per esperienza personale, che vivere i momenti liberi facendo sport
insieme ai propri figli, coniugi, fratelli … penso nulla.
Inoltre in molti casi i
componenti famigliari, pur non partecipando alla competizione, sono sempre
presenti a tutte le gare a sfidare il freddo inverno come supporter e logistica
ed entrano a pieno titolo a formare il popolo del master. Mogli che
accompagnano mariti, papà e mamme che accompagnano figli, ecc… Da noi persino i
fotografi, gli organizzatori, i giudici, sono in realtà intere famiglie che si
muovono compatte per la passione dello sport. Penso ai Buschini, ai Riconda,
ai Catizzone, ai Filippini, ecc… Ecco, anche questo ci distingue
dai professionisti, che sono invece tanti “single”.
Se è vero che la
disgregazione della famiglia è ormai un fenomeno sociale diffuso, il nostro
movimento sembra invece immune da questo processo, anzi sembra essere in
controtendenza e risulta essere un baluardo di valori, oltre che di lealtà
sportiva e di amicizia, anche di aggregazione famigliare.
La seconda
considerazione che voglio esprimere è rivolta ai Team che, a differenza delle
famiglie, non sempre sono così affiatati, aggregati ed aggreganti. In alcuni
team addirittura i tesserati stentano a conoscersi. Hanno la stessa divisa solo
perché hanno fatto la stessa tessera magari di un amico comune, per abitudine,
per convenienza o per comodità.
Non tutti però. E’ da
qualche anno infatti che ho notato emergere una bella realtà in quella baraggia
biellese dove spesso ci capita di scorrazzare con le nostre bici.
Stò parlando degli “Amici
del Ciclo” di Vigliano. Quest’anno già hanno dato prova della loro passione
sportiva, oltre che ad organizzare come di consueto egregiamente la loro gara,
per essersi messi al servizio inusualmente di tutti e dico tutti gli atleti in quasi tutte
le gare del master a distribuire con generosità le borracce. Io stesso mi sono
trovato in gara a secco in molte occasioni ed ho attinto dalle loro borracce un
sorso salvifico di acqua.
Ma la situazione più
bella l’hanno creata proprio domenica ad Auzate. Toffanin era il solo
atleta maschio a gareggiare per il team. Per le donne c’era invece la
simpaticissima, febbricitante ma inarrestabile Simona Mastarone. Ebbene, tutto il team e dico tutti,
sono venuti da Vigliano ad Auzate NON per gareggiare, per competere, per
primeggiare ma solamente per incitare, tifare, spronare ed applaudire con tanto
di striscione la loro beniamina Simona che è arrivata ultima.
Mio figlio che ha
assistito alla scena si è voltato verso di me e mi ha detto: “… papà, questa è
una squadra”.
Si, quella è una
Squadra.