Il giorno atteso è
arrivato: oggi c’è la tappa del Sestriere, anche se monca rispetto al tracciato
programmato in origine. Vado a vedere
il Giro, così festeggerò il mio 53esimo compleanno.
Partenza da Milano ore 6:00. Tappa a Biella per un breve
incontro di lavoro. Poi di nuovo in strada verso Torino (traffico in
tangenziale), quindi direzione Oulx, dove arrivo alle 9:50. Rapidi preparativi
in un parcheggio, zaino in spalla (pieno di provviste, cinepresa e macchina
fotografica) e inforco la bici. La salita fino a Cesana è molto pedalabile.
Poi, per scaldare un po’ i motori, anziché andare subito al Sestriere, punto
verso il Passo del Monginevro, che ha alcuni tratti abbastanza impegnativi e
alcune brutte gallerie ma non è lungo: da Cesana 7 Km. La giornata è splendida
e il traffico, anche a causa del Giro, è limitato (in giorni normali qui è un
disastro). In poco più di quaranta minuti ad andatura turistica arrivo in cima.
Vari altri ciclisti hanno avuto la mia stessa idea, prima di dirigersi a vedere
il passaggio della tappa. Clavière e Montgenevre pullulano di corridori.
La discesa dal Passo del
Monginevro è velocissima, solo un po’ di attenzione nelle gallerie. A Cesana
sono già decine i ciclisti che affollano la rotonda ed i bar circostanti in
attesa di salire verso il Sestriere. A questo punto, parto senza indugio verso
la meta, 11 Km mai difficili, solo qualche corto strappetto. Una salita, quella
del Sestriere, che mi ricorda il Passo della Maddalena dal lato francese. Mi
accodo ad un gruppetto di cicloturisti più veloci della media, tanto per dire
di aver fatto un po’ di fatica. La Colnago EPS bianca dà il meglio di sé anche
cromaticamente con le bandierine tricolori sulla forcella particolarmente
ammirate da un gruppo di francesi durante una sosta per scattare delle foto. In
cima al Sestriere c’è già un mare di gente (ma non come sul mitico Colle delle
Finestre). Arrivo in tempo per vedere passare la carovana, poi scendo di circa
1 Km per posizionarmi in un bel punto panoramico dal quale si vedono un paio di
tornanti ed un lungo rettilineo con curva finale a gomito proprio sotto di me.
Salgo su una collinetta portandomi la bici in spalla. Un panino, un po’ di
telefonate di lavoro, poi alle 15:00, con un certo anticipo sui tempi indicati
dal programma, cominciano a volteggiare gli elicotteri, segno che il Giro sta
arrivando. La voce che Garzelli sia in testa è presto confermata. Infatti, è il
primo a passare, con un paio di minuti di vantaggio su alcuni inseguitori; poi
arriva qualche altro corridore in ordine sparso prima del gruppo della maglia
rosa.
Passate le ammiraglie
delle squadre, la gente invade in strada, ma ci sono ancora moltissimi
corridori attardati e il gruppo dei velocisti arriva con molto ritardo, mentre
ho già iniziato la discesa verso valle. La polizia ci fa fermare ai lati della
strada. Passano in questo gruppo Hagen e Petacchi. E’ finita: un’altra bella
tappa del Giro d’Italia vissuta dal vivo nell’album dei ricordi. Scendo in picchiata
verso Cesana e poi verso Oulx perché stasera torno a Omegna per festeggiare il
compleanno a casa. L’auto è al sole: una vera fornace. Apro tutte le portiere
per aerare e rinfrescare l’interno e carico la bici. Mentre mi cambio la radio
trasmette la notizia della vittoria di Di Luca.
Mercoledì 20 maggio:
tanto per festeggiare un po’ di più, al mattino prima di tornare a Milano,
inforco di nuovo la bici. Dalla stazione di Omegna al Mottarone in 1h e 19
minuti. Finalmente una salita come si deve, senza zaino e con il clima giusto.
Non è un tempo paragonabile a quelli che facevo 3-4 anni fa, ma a 53 anni mi
basta sapere che ogni tanto riesco ancora a pedalare decentemente.
Marco Fortis