“LA
STORIA INFINITA”
Venti o ventuno? E chi si ricorda più a che
numero sono arrivato con la gara del
“Pitillo-day”!
Ma una cosa è certa: tutta colpa del nuovo
regolamento se i ritmi imposti dalla classifica sociale sono stati micidiali.
- i più gracili
- gli svogliaticci
- i malaticci
- i taccagni
- i meno abbienti
- le gravide
- quelli che tengono famiglia
- quelli che non hanno voglia di soffrire
- i perfezionisti, che non gareggiano se non
sono super-allenati
- i super-allenati, che non si capisce perché
non gareggiano
insomma una vera “armata Brancaleone”.
Di sicuro senza un po' di passione e
sadomasochismo diventa difficile accumulare punti.
Borgoticino 21 Marzo - circuito Scott, la
nostra prima gara del ‘99, e per il sottoscritto anche la prima uscita
ciclistica dopo 4 mesi di sosta invernale. Da li in poi è stata una strage di
gare... senza mai un ritiro, con qualsiasi condizione atmosferica, ambientale e
psicofisica. Stringere i denti e andare. Forse è un po' anche pazzia, come alla
Rampiledro del 16 Maggio dove dopo 22 km di salita, ecco una bella grandinata
sulle nostre teste al P.so di Tremalzo e subito dopo un diluvio per gustare le
ripidissime discese con le dita ghiacciate e praticamente senza freni; oppure
ancora come alla Lessinia Legend del 23 Maggio, la Gran Fondo più lunga
d’Italia (116 km) dove negli ultimi 16 km c’è stata un’anomala volata finale
con Annibale Luciano degna di Cipollini e ancora alla Bike-Xtreme con le sue
velocissime e infide discese che un piccolo temporale avrebbe trasformato in
piste da bob causando tragedie a non finire.
Quest’anno il variegato mondo della “Iride”
si è arricchito di nuovi soci. La squadra ha trovato peso e consistenza
soprattutto grazie ad atleti del calibro di Bottiroli Dario, un autentico
“pezzo da novanta”, spettacoloso quando si destreggia in mezzo ai boschi tra
orsi e cinghiali, inquietante se lo senti arrivare alle spalle in discesa, il
roboante Dario è veramente un grosso acquisto per la ns. società ; per non
parlare poi dell’esperto Gianni Borgatta, un ex agonista di fama provinciale
destinato a dare grande lustro alla squadra, e che ha dato il meglio di sé
proprio nella gara di Armeno, quando ha scioccato nientepopodimeno che il Presidente stesso agguantandolo
all’ultimo chilometro ma facendosi poi infinocchiare alla grande negli ultimi
metri. E’ comunque degno di lode lo spavento causato al Presidente; e non
dimentichiamoci di Rinaldi Carlo, che alla sua prima stagione “iridiana” ha
onorato il campionato provinciale UDACE partecipando a quasi tutte le gare.
Tra gli stradisti ha fatto notizia un
personaggio ormai mitico, tal Brunetti Antonio, fortissimo, allenatissimo,
pochissimo impegnato nelle gare. Sembra che stia aspettando il 2000 per entrare
nel firmamento degli stradisti ed esaltare il popolo della IRIDE con
piazzamenti prestigiosi.
E gli altri? Alcuni sicuramente sono finiti a
“Chi l’ha visto”!
Ad esempio, Viganò Andrea .......... i
maligni dicono che ci vorrebbe una carota travestita da Stefania biker per
smuoverlo, ma per il sottoscritto neanche un miracolo del tipo “Alzati e
cammina” potrebbe riesumarlo. Sono purtroppo lontani i bei tempi quando
l’Andrea andava a dormire persino con la sua amata bicicletta, e ogni notte era
una gioia per lui trastullarsi con le pedivelle ed il vellutato telaio
aspettando l’indomani, quando, pur svegliandosi a pezzi dopo una nottata
passata sui tubi dell’amata, era comunque un godimento per l’Andrea montarla di
nuovo e pedalare in mezzo a prati e fiori cantando “Felicità” di Albano e
Romina, allora si che il nostro Andrea esprimeva tutto se stesso. Al caro
estinto Andrea aggiungerei il cassiere della IRIDE, Negro Gianni, che non si
capisce se è fuggito con la cassa o si è scassato di gareggiare. Misteri del
cassiere!
E il Moiso Cristiano? Questa strana creatura
rappresenta il lato oscuro della IRIDE; c’è ma non si vede, sembra pronto a
scatenarsi da un momento all’altro ma finisce sempre con lo scatenarsi
unicamente a tavola...fino a quando dovremo aspettare?....altro mistero.
Per fortuna ci sono i soliti irriducibili
come Annibale Luciano, una leggenda vivente, sempre pronto 365 giorni all’anno
a dar battaglia su tutti i fronti, come il Vicepresidente un vero “martire” del
ciclismo disposto a soffrire sino alla fine delle sue energie, come Beltrame Massimo che inizia a divertirsi solo
con gare superiori a 70 km, e per finire eccolo: preparazione meticolosa, dieta
dello sportivo, grande strategia di gara (ci tiene sempre tutti sotto controllo
per ammazzarci nel finale) ormai ad un passo dal professionismo, i critici lo
vedono già lanciato ai vertici della classifica sociale “anno 2000” (anche se i soliti irriducibili di cui sopra
non staranno certamente a guardare).
Cari lettori
l’atleta che traspare da questi piccoli indizi, l’atleta che ci sta
accompagnando verso il 2000 è proprio lui, il nostro Presidente, unico ed
insostituibile. A lui chiediamo di stimolare sempre più questo gruppo se non
per vincere qualcosa, perlomeno per abbattere qualche chilo di troppo.
Roberto Barbero