sabato 1 febbraio 2020

STRESA

Nel giorno in cui gli inglesi se ne sono andati fuori dai ... , oggi pomeriggio ho voluto festeggiare l'evento andando in uno dei posti più belli del mondo (che gli inglesi non hanno e noi si), naturalmente in bicicletta.
Da Omegna a Stresa sono solo 17 km ma la distanza sembra di qualche centinaio di km onestamente in rapporto alla bellezza paesaggistica che ti si presenta davanti quando sbuchi dalla curva in fondo alla discesa dove comincia il rettilineo dei grandi alberghi fronte lago. 
Non che Omegna, la mia città, sia brutta, anzi, rispetto alle grigie località dell'Inghilterra, abitate da quegli arroganti extracomunitari (ora si possono chiamare così), è di gran lunga più bella ed interessante, splendidamente adagiata sulla punta settentrionale del suggestivo lago d'Orta. 
Ma certamente Stresa è una Hors Catégorie, per restare in ambito ciclistico, la grande bellezza del morbido paesaggio dei laghi italiani.
Con Roberta, sempre in bici, ho percorso la nuova passeggiata sul muraglione del porto appena realizzato che consiglio vivamente. Un bel tracciato che vola sul lago fino ad una piazzetta da dove si può contemplare con tranquillità tutto l'ambiente che ci circonda, il lago Maggiore, le isole Borromee, la costa verbanese, le selvaggie montagne della Val Grande da dove sbuca l'inconfondibile naso del Pedum e, dall'altra parte, il lungolago di Stresa, le sue ville ottocentesche in collina, il Mottarone, i severi picchi ossolani verso ovest ricoperti di neve, la costa lombarda ad est con la roccia del monastero di Santa Caterina del Sasso a picco sul lago, le lontanissime montagne ticinesi che spuntano a nord oltre l'orizzonte del lago che da quì sembra il mare tanto è esteso ed assumono un colore azzurro dovuto alla foschia invernale di questo nuvoloso sabato pomeriggio. Tutto mi ricorda alcuni passaggi di "Addio alle armi", quando il protagonista fugge con lei dal Grand Hotel Borromeo di notte in barca verso Pallanza e poi in Svizzera ... che pagine!
La nostra fuga in bici è proseguita invece fino a Belgirate a bere il caffè al Charlie Brown (consigliato), bar che frequentiamo abitualmente ogni volta che passiamo da queste parti in bici. Il titolare, pur essendo del Toro, è molto simpatico ed accetta di buon grado gli sfottò di un maledetto gobbo come me. Il locale è tutto granata con foto, bandiere e gagliardetti del grande Torino. Si può dire che sia la sede del Toro club di Belgirate. A Roberta piace molto perchè ha la stessa fede calcistica ed io mi sono inizialmente adattato ma ora mi diverte fermarmi a bere qualcosa ogni volta che passo di qui, anche se sono solo.
Dopo aver ricordato al barista le storiche sette ferite rifilate domenica scorsa dall'Atalanta (con un piccolo godimento da parte mia contemplando la sua smorfia di dolore), ci accorgiamo che è venuto un po' tardi e decidiamo di tornare a casa puntando le nostre Colnago verso nord.
Ripassiamo da Stresa, Baveno, un'ultimo sguardo sulle isole e dopo meno di un'ora siamo a casa. 
Cinquanta km anche oggi, facili, pianeggianti a parte la solita scocciatura della salita di Santa Maria a Gravellona al ritorno ma ne è valsa la pena rinfrescarci la memoria con la bellezza strepitosa che siamo fortunati ad avere a pochi passi da casa. 
Spiace per gli inglesi che non hanno nulla di tutto ciò anzi ... non mi spiace nemmeno troppo.