sabato 6 giugno 2020

OMEGNA - RE (valle Vigezzo)

La mia prima terricolata dopo il lockdown non è stata un grande successo, almeno per me. Non ho raggiunto l’obbiettivo ma sono contento per i miei compagni di viaggio che invece sono arrivati alla meta.
Omegna – Re (valle Vigezzo) a piedi era una sfida che il mio amico Massimo voleva compiere da anni. Ogni estate mi tormentava con questa intenzione e io le rispondevo che lo avrei accompagnato volentieri in bici se voleva ma lui niente: “se vado lo faccio a piedi”.
Venerdì eravamo titubanti per le previsioni meteo ma poi via, decidiamo di partire lo stesso.
5:50 esco di casa. Alle sei del mattino sono già al Molinetto che aspetto la brigata.
Il Massimo davanti a tutti ... a tutta, non riusciamo a tenere il suo passo, è indiavolato, motivato e deciso.
A Gravellona il Max mi stupisce con la sua preparazione sulle viuzze del paese, deve aver passato giornate intere su google maps per studiare il percorso (invece di lavorare).
Dalla frana di Pedemonte fino a Cuzzago siamo al cospetto dei Corni di Nibbio, bellissime e severe guglie naturali che sorvegliano il nostro cammino. Distinguiamo il Lesino, il Torrione di Bettola e tutte le altre punte spettacolari, vertiginose e pericolose. Meglio ammirarle da sotto e lasciarle dove sono.
A Ornavasso io e Gigi ricordiamo i tempi antichi quando andavamo a giocare a ping pong al palazzetto dello sport di quel paese ... in un'altra vita.
Massimo soffre già da un po’ il dolore a un piede, una vescica enorme si sta formando sul retro del piede, a Vogogna prende ago e cerotti in farmacia e la buca inondando la caviglia di sangue.
Medita il ritiro ma poi niente, rimette la scarpa e via, a tutta forza. Fortunatamente la vescica si è formata sul retro del piede un po’ sopra il calcagno e quindi non impedisce la camminata.
Sono io che invece già da qualche km sto soffrendo tutto quell’asfalto a cui non sono abituato. Due vesciche enormi si stanno formando sotto la pianta dei piedi. Resisto, passo Beura, Cuzzego, Porcelli ma al cospetto del Croppo di Trontano non riesco più poggiare i piedi a terra.
E’ impossibile proseguire, cazzo, le gambe sono a posto, di fiato ne ho da vendere ma i piedi sono bloccati da quelle vesciche che bruciano come tizzoni ad ogni passo. Inoltre sono posizionate perfettamente sotto ai piedi.
Saluto tutti e mi fermo, chiamo la moglie per il recupero, ho percorso 39 km, nemmeno una maratona sigh!
Franco, Federico, Francesco e Gigi con il capitano Massimo invece proseguono per Trontano.
A casa dal divano mi tengo informato con i Wapp radio corsa che Federico gentilmente mi manda aggiornandomi.
Raggiungono Trontano poi Coimo, Druogno e alle 20, dopo 14 ore e 60 km di cammino, arriva la foto che aspettavo davanti al santuario di Re, obbiettivo raggiunto, bravi, bravi, bravi.
Io sto camminando in casa sui talloni, sembro una papera mentre Massimo penso che lunedì andra in ufficio con le infradito ma con enorme soddisfazione.