sabato 14 luglio 2018

MONCENISIO: UNA SALITA INFINITA

Quando sono partito in Mountain Bike da Venaus non immaginavo neppure lontanamente a cosa andavo incontro.
Già salire a Novalesa la pendenza si fa sentire sulle gambe, ma il bello viene dopo. 
La salita a Ferrera Cenisio è molto dura e non finisce mai, ma il bello viene ancora dopo.
Dopo il laghetto di Ferrera affronto 5 km in falsopiano tendente a scendere per andare a prendere la statale che sale al Colle. 5 km buttati al vento dove perdi quota che con tanta fatica hai guadagnato prima, ma il bello deve ancora arrivare.
La statale presenta pendenze severe, rettilinei e curvoni lunghissimi, non vedi mai la fine. Dopo il confine di stato vedo una dighetta che forma un invaso, la strada finalmente spiana e tiro un sospiro di sollievo, ma non è finita, il bello viene dopo.
Dopo la dighetta parte un rettilineo che raggiunge una serie di tornanti micidiali che sale ad un altipiano. Penso che sia l'ultimo sforzo, ma non è così, il bello viene dopo.
Alla fine dei tornanti, si apre una valle immensa con una diga gigante e la strada torna a salire verso l'infinito. Vedo le auto piccole, piccole che salgono ancora verso il Colle. La veduta scoraggia sinceramente ma incuriosisce allo stesso tempo vedere cosa c'è sopra alla diga.
Alla Piramide si apre alla vista l'immenso lago del Moncenisio (due volte il Mergozzo) ad oltre 2000 m. di quota. Ma non è ancora finita.
Al Colle vero mancano ancora circa 5 km di saliscendi che costeggiano il lago con un salitino finale di mezzo km.
Erano anni che non facevo più una salita così, mi ricorda i passi Svizzeri tipo il versante nord del Grimsell. Non ho più l'età per fare ste salite infinite.
I prati intorno esplodono di colori, mai visti tanti fiori alpini: arnica, alchimilla, stella alpina, genziana, timo, epilobio e migliaia di altri a me sconosciuti.
Il livello del lago rispetto alla strada è molto più basso anche se l'effetto ottico è assai diverso. Dal Colle ritorno quasi alla piramide (che poi è una chiesa) e mi infilo giù in discesa per iniziare il giro del lago in senso antiorario. La strada termina in un prato in riva al lago dove lavano le mucche vicino ad un parcheggio di camper. Faccio circa 200 metri a piedi sulla spiaggia e riprendo una stradina che poi diventa asfaltata che continua il circuito del lago.

Dall'altra parte del lago, oltre il bivio per il piccolo Moncenisio la strada è tutta sterrata ma per la mia Mountain Bike è una passeggiata. Molto bello e lungo il tratto sterrato che riporta sulla diga e poi ancora giù fino all'altipiano sopra i tornanti dove c'è ancora un paesello antico tipicamente italiano. Ah già dimenticavo, quì prima era tutta Italia, lago compreso, poi i francesi ce lo hanno fregato, ma questa è un'altra storia.
Minaccia pioggia quindi mi precipito giù sulla statale fino a prendere il sentiero in discesa che ritorna al lago di Ferrera Censio chiamato sentiero dei Cannoni.
Da Ferrera scendo a Novalesa tagliando i tornanti per il sentiero della via Francigena, molto tecnico in alcuni passaggi.
A Novalesa merita una visita l'Abazzia, la più antica delle Alpi.
Dentro la chiesa dell'Abazzia il monaco musicista stà accordando l'organo a canne e un'altro monaco in mezzo alla navata ascolta le note e le da indicazioni con le mani. 
L'atmosfera è suggestiva, spirituale e rilassante e quasi ... mi addormento. 
Forse oggi sono stato troppe ore in sella alla mia Wilier Triestina.