sabato 23 maggio 2015

Cellio (VC)

Voi sapete che quando c’è da complimentarsi con i ragazzi del Velo Club Valsesia per le buone organizzazioni degli eventi realizzati come nel caso del Ciclocross di Bettole del 18 gennaio di quest’anno, sono il primo a esprimere il mio giudizio positivo.
Questa volta invece non posso esimermi dall’esprimere il mio disappunto per quello che ho trovato sabato 23 maggio a Cellio.

Ma non sto parlando della location, del ristoro, delle premiazioni, ecc. Tutti elementi importanti ma che sono comunque rientrati nella media del livello del Master. Mi riferisco invece al percorso, si proprio quello, cioè l’elemento prioritario nella valutazione dell’evento.
Al di la del fatto che la zona di Arrivo era pericolosamente disposta in piazza del paese senza un adeguato blocco del traffico per cui ogni tanto i concorrenti all’arrivo si ritrovavano faccia a faccia con ignari automobilisti locali che percorrevano la piazza in senso opposto alla gara. Già di per se questo fatto mi sembra che non rappresenti una situazione ottimale per la sicurezza dei partecipanti. 
Ma veniamo al punto più cruciale, il tratto in discesa. Ora, nella mia vita di biker ho visto e percorso tante discese, alcune anche estreme e, in escursione, alcune anche più difficili di quella di Cellio. Ma, per la mia esperienza, la discesa presentata sul tracciato di gara di Cellio mi è sembrata veramente eccessiva.
La pendenza ed i passaggi tecnici proposti la fanno andare bene più per una discesa da Superenduro e NON da Cross Country.
A parte il fatto che per i Primavera 1 quella discesa è improponibile se non vengono adeguatamente accompagnati (come per fortuna abbiamo fatto noi con i nostri piccoli), ma ho visto in difficoltà anche molti concorrenti adulti delle altre categorie. Molti biker esperti che trovo ogni domenica sui campi di gara e che occupano solitamente le prime posizioni della classifica hanno ingaggiato una dura battaglia con le asperità di quella discesa ed in molti casi hanno avuto la peggio finendo a ruzzoloni nel bosco (per fortuna senza nessun grave infortunio).
Ruote quadrate e addirittura un telaio di bici rotto sono stati i risultati di quella discesa assolutamente NON adatta ad un percorso di gara di Cross Country e soprattutto affrontata con bici da Cross Country.
Forse inserita in una gara di federazione di Super Enduro con bici da free rider potrebbe avere un senso ma nel nostro circuito Master mi pare che sia incompatibile.
Potrebbe anche andare bene percorrerla nell’ambito di una escursione, dove l’assenza di spirito agonistico ti porta ad una prudenza maggiore e ti fa apprezzare forse meglio il divertimento dei salti dai ripidissimi spring che si aprono come voragini improvvise. Ma inserirla in una tracciato di gara di Cross Country ripeto è un inutile azzardo.
Noi del Master vogliamo divertirci ma vorremmo anche, per quanto possibile, arrivare in fondo alle gare interi.
Ricordo quando la gara di Cellio negli anni scorsi si svolgeva nella zona del Passo di San Bernardo. Era un tracciato duro, divertente, bellissimo e mai pericoloso. Non conosco le ragioni di questo cambio di tracciato ma sicuramente non è cambiato in meglio.
Sono certo che gli organizzatori dell’evento colgano positivamente questa mia critica per ripensare ad un percorso più idoneo per il prossimo anno.