Il Colle delle Finestre
quando passa il Giro d’Italia è l’apoteosi dello spettacolo della lotta tra
l’uomo e la natura.
Tutte e tre le volte che
questo è avvenuto nella storia del ciclismo io ho avuto la fortuna di esserci
sempre, nel 2005, nel 2011 ed ora, nel 2015.
Mio figlio, che è nato
nel 2000, la prima volta era obbiettivamente troppo piccolo per andare su quel
gigante, ma 6 anni dopo ha scalato con me e altri amici i 19 km con 1600 m di
dislivello del colle rimanendone segnatamente impressionato.
Devo ringraziare lui
questa volta che, a dispetto delle previsioni meteo non favorevoli che mi
vedevano riluttante, ha voluto tentare ancora la scalata al colle per essere
presente all’evento, rischiando i temporali in alta quota.
Per fortuna ci è andata
bene, i temporali non sono arrivati e, al di la di una leggera pioggerellina
gelata tipo nevischio solo nel finale, tutto è andato liscio. Certamente il
freddo era intenso ma avevamo riempito a dovere gli zaini di panni invernali
per resistere.
Alle 9:24 con le nostre
mountain bike attaccavamo la salita, io, Biagio e Ivan Ciocca. Ci siamo immessi
nella processione di migliaia e migliaia di cicloamatori che, con un flusso
inarrestabile che è durato tutto il giorno, cercavano di raggiungere il colle.
Con l’allenamento delle gare del Master nelle gambe, Biagio e Ivan hanno
allungato quasi subito e sono arrivati in cima alle 12:00 circa, un buon tempo.
Io invece ho incontrato
Gianni Riconda con suo figlio Stefano, anche loro in mtb, e abbiamo fatto
insieme quasi tutti i primi 11 km di asfalto a ritmo cicloturistico. E’ stato
piacevole salire chiacchierando con i Riconda, le chiacchiere mitigavano la
fatica e le soste ai tornanti ci permettevano di riconoscere nella moltitudine
di ciclisti, qualche amico del Master da salutare.
Il Colle delle Finestre
quando passa il Giro d’Italia è anche un momento di coesione, di incontri e di
ritrovi con nuovi e vecchi amici. Quando sali al Colle delle Finestre quando
passa il Giro d’Italia non sei mai solo.
Poco prima dell’inizio
del tratto sterrato ho salutato i Riconda e ho leggermente accelerato
l’andatura. Pur sostando a mangiare 2 panini, di cui uno con la salamella alla
famosa curva del Formaggio (che ora diventerà la curva della Salamella), sono
arrivato in vetta alle 13:20, un tempo da pensionato.
In cima era già un
grande casino, il Colle delle Finestre quando passa il Giro d’Italia è un
bordello indescrivibile. Da sotto lo guardi con timore mentre ti avvicini
durante gli ultimi km. Lui è li che ti guarda severo, sembra vicino ma non lo
raggiungi mai. Poi quando sei in cima fai fatica a muoverti tra la folla che è
ovunque. Tra il vociare della gente, tra la fatica che hai accumulato nella
salita, mettici anche che ti sai alzato alle 5:30 del mattino, sei
completamente rimbambito.
Ma non c’è tempo, la
tensione sale, arrivano gli elicotteri, uno, due, quattro elicotteri, migliaia
di persone sulla montagna si ammutoliscono improvvisamente, sulla strada
polverosa che fino a pochi istanti prima era gremita di folla si libera
un’unica traccia centrale tra due cordoni chilometrici di persone in attesa.
Comincia a squillare il
mio cellulare, mia moglie e Marco Fortis si alternano a mandarmi notizie
concitate da radio corsa su posizioni e distacchi.
La polvere dello
sterrato si alza giù nella valle e si avvicina. Arrivano !
Il Colle delle Finestre
quando passa il Giro d’Italia è un momento magico, esaltante ma al tempo stesso
di crudele fatica, nudo e crudo, rivolta come un guanto le tue sensazioni, le
tue perplessità, i tuoi dubbi su questo sport, ti presenta un quadro chiaro del
rapporto tra la montagna e la bicicletta, ti fa capire quello che non hai
capito fino a quel momento del ciclismo. E’ tutto li, davanti a te, in questo
immenso teatro naturale si svolge nitido il dramma e al tempo stesso
l’esaltazione dello sport, non solo del ciclismo, ma di tutto lo sport dove la
fatica è la componente principale.
Un’ora secca, è il tempo
che ci messo Mikel Landa, il primo ad arrivare al GPM, a fare la salita.
Il Colle delle Finestre
quando passa il Giro d’Italia ti presenta anche questo conto, ti fa capire
quanto le tue forze sono piccole se paragonate a questi “mostri”, ma anche
quanto sono piccoli loro, i “mostri”, se paragonati alla montagna che a 360
gradi incombe su tutti noi.