Voi sapete che quando
c’è da complimentarsi con i ragazzi del Velo Club Valsesia per le buone
organizzazioni degli eventi realizzati come nel caso del Ciclocross di Bettole
del 18 gennaio di quest’anno, sono il primo a esprimere il mio giudizio
positivo.
Questa volta invece non
posso esimermi dall’esprimere il mio disappunto per quello che ho trovato
sabato 23 maggio a Cellio.
Ma non sto parlando
della location, del ristoro, delle premiazioni, ecc. Tutti elementi importanti ma
che sono comunque rientrati nella media del livello del Master. Mi riferisco
invece al percorso, si proprio quello, cioè l’elemento prioritario nella
valutazione dell’evento.
Al di la del fatto che
la zona di Arrivo era pericolosamente disposta in piazza del paese senza un
adeguato blocco del traffico per cui ogni tanto i concorrenti all’arrivo si
ritrovavano faccia a faccia con ignari automobilisti locali che percorrevano la
piazza in senso opposto alla gara. Già di per se questo fatto mi sembra che non
rappresenti una situazione ottimale per la sicurezza dei partecipanti.
Ma veniamo al punto più
cruciale, il tratto in discesa. Ora, nella mia vita di biker ho visto e
percorso tante discese, alcune anche estreme e, in escursione, alcune anche più
difficili di quella di Cellio. Ma, per la mia esperienza, la discesa presentata
sul tracciato di gara di Cellio mi è sembrata veramente eccessiva.
La pendenza ed i
passaggi tecnici proposti la fanno andare bene più per una discesa da
Superenduro e NON da Cross Country.
A parte il fatto che per
i Primavera 1 quella discesa è improponibile se non vengono adeguatamente
accompagnati (come per fortuna abbiamo fatto noi con i nostri piccoli), ma ho
visto in difficoltà anche molti concorrenti adulti delle altre categorie. Molti
biker esperti che trovo ogni domenica sui campi di gara e che occupano
solitamente le prime posizioni della classifica hanno ingaggiato una dura
battaglia con le asperità di quella discesa ed in molti casi hanno avuto la
peggio finendo a ruzzoloni nel bosco (per fortuna senza nessun grave
infortunio).
Ruote quadrate e
addirittura un telaio di bici rotto sono stati i risultati di quella discesa
assolutamente NON adatta ad un percorso di gara di Cross Country e soprattutto
affrontata con bici da Cross Country.
Forse inserita in una
gara di federazione di Super Enduro con bici da free rider potrebbe avere un
senso ma nel nostro circuito Master mi pare che sia incompatibile.
Potrebbe anche andare
bene percorrerla nell’ambito di una escursione, dove l’assenza di spirito
agonistico ti porta ad una prudenza maggiore e ti fa apprezzare forse meglio il
divertimento dei salti dai ripidissimi spring che si aprono come voragini
improvvise. Ma inserirla in una tracciato di gara di Cross Country ripeto è un
inutile azzardo.
Noi del Master vogliamo
divertirci ma vorremmo anche, per quanto possibile, arrivare in fondo alle gare
interi.
Ricordo quando la gara
di Cellio negli anni scorsi si svolgeva nella zona del Passo di San Bernardo.
Era un tracciato duro, divertente, bellissimo e mai pericoloso. Non conosco le
ragioni di questo cambio di tracciato ma sicuramente non è cambiato in meglio.
Sono certo che gli
organizzatori dell’evento colgano positivamente questa mia critica per
ripensare ad un percorso più idoneo per il prossimo anno.