Ricordo le sue frasi mitiche:
-
Parlando di Marco: “…a tsè, cul lì al fa
un’intervista e al cambia la bicicletta…” (trad. “…sai, quello fa
un’intervista e cambia la bici…”).
-
Parlando di un nuovo ciclocomputer che Renato
stava installando su una bici: “…poi a cà a tal tacat a taca al computer e
tsè mia cusa vegn fora…” (trad. “…poi a casa lo attacchi al computer e non
immagini cosa esce…”).
-
Guardando i fianchi di Roberta: “…e si, c’è da
lavorare…”.
-
Ritirando una bici usata in permuta da un cliente:
“…custa chi la infili giù in cantina e poi la regali ad un cuai maruchin
chel pasa da chi e chel cerca una bici par nà laurà…” (trad. ”…questa la
metto in cantina e poi la regalo a qualche extra comunitario che cerca una bici
per andare a lavorare”).
Sempre sorridente, come
quando ci faceva toccare il buco che aveva in testa causato da una caduta
scendendo dal passo della Colma.
Sempre disponibile, come
quando mi fece andare a fare una visita medica privata a Milano da un suo amico
primario luminare completamente gratuita.
Oppure quando voleva
portarmi a casa con il suo furgone dopo la Ghemme-Alagna.
Oppure quando ha
riparato gratuitamente la bici al nostro socio Sergio che in quel momento non
aveva con se soldi in tasca e doveva tornare a casa.
Oppure quando mi ha
sostituito gratuitamente il telaio della mia estreme nuova perché era sbagliata
la misura.
Lo vidi ancora a
Piacenza alla Gran Fondo Colnago, faceva il percorso corto perché voleva farlo
a tutta come una veloce e fare classifica. Fu una delle ultime volte che lo
vidi.
*
* *
Eravamo in tanti al
Santuario della Bocciola quel pomeriggio freddo e uggioso, il prete nell’omelia
disse: “…quante volte Geo ha tenuto in mano la vostra bicicletta ?…”.
“Non ce l’ha fatta
…” incominciava così l’annuncio di cronaca su www.novara.com.
Ma io non voglio
raccontare come è morto, ho preferito raccontare piccoli aneddoti di come è
vissuto.
Geo, ciclista in
Borgomanero.