Salita da Geo
Lunghezza: Km 8,1
Dislivello: 729 m.
Grado di difficoltà 4°
Pendenza media: 9%
Pendenza massima: 17%
Dopo essere arrivato a
Genova in autostrada sotto un autentico nubifragio ho raggiunto mestamente
l’albergo vicino all’acquario, guardando di tanto in tanto nello specchietto
retrovisore la bicicletta adagiata sui sedili posteriori. Il traffico di Genova
è intenso e con le strade bagnate ed un’umidità altissima non lo si sopporta
proprio. Specie se si pensa di aver portato la bici fin qui per niente.
Ero già rassegnato a
lavorare un po’ al PC quando, gettando l’occhio dalla finestra della camera, mi
sono accorto che il tempo stava cambiando rapidamente. Dopo meno di un’ora dal
mio arrivo il cielo si era già fatto sereno, così sono sceso di corsa in garage
e recuperata l’auto sono ripartito alla volta di Ceranesi, località Geo, da cui
comincia l’ascesa più ripida per il Santuario (altri percorsi salgono da Sestri
Levante o da Pegli passando da Lencisa). Confesserò subito che è stato più
faticoso raggiungere la località di partenza della salita in auto (nel mezzo di
un traffico davvero snervante) che non pedalare fino in vetta.
Ad ogni buon conto, dopo
aver sbagliato un paio di volte strada, alla fine ho raggiunto l’ampio e comodo
parcheggio coperto del centro commerciale Metro, vicino a Geo e, parcheggiata
l’auto (davvero godibile l’ombra per tenere fresca la vettura), sono partito di
buona lena in bici verso il santuario, che è possibile scorgere imponente sin
dal fondovalle.
Dopo un avvicinamento in
quasi-falsopiano di circa 1 Km alla frazione Geo su una strada con i muri
laterali ricoperti da gigantesche raffigurazioni dei colori del Genoa e della
Sampdoria, la scalata comincia subito all’uscita dal villaggio con pendenze per
i primi 2 Km comprese tra l’8% e il 9%. La strada è poco trafficata e
attraversa fattorie e villette salendo rapidamente. Al Km 2 comincia un tratto
molto impegnativo di mezzo Km all’11% che è un primo significativo biglietto da
visita di ciò che ci attende.
La salita al Santuario è
corta, solo 8 Km, per cui, nonostante lo scarso allenamento, non lesino gli
sforzi. Si può tenere un buon ritmo da “pensionati” a 12-13 Km/h. Però spesso
effettuo qualche accelerazione che mi ricorda i bei tempi andati.
Si sale nel bosco
rallegrati dai cinguettii degli uccelli. Dopo un mezzo Km relativamente agevole
in località San Bernardo, la strada si impenna e il successivo quinto Km è al
9,5% di pendenza media. Segue un Km meno faticoso ma nuovamente il settimo Km
torna con decisione oltre il 9%. Non ci sono pause per respirare, anche se più
si sale più viene voglia di spingere sui pedali visto che ormai si è quasi in
vetta. Ma occorre prestare attenzione al finale della salita perché può essere
molto insidioso: non lo dico per chi pedala a ritmo turistico ma per chi vuole
correre un po’ perché in questo caso il rischio è di arrivare in cima in grande
affanno.
Il santuario si trova sulla sommità del verdeggiante monte Figogna. L’ultimo Km è davvero impegnativo (immaginatevelo all’arrivo di una tappa!). Non scende mai sotto il 10% ma negli ultimi 500 metri, superato il bivio in discesa per Lencisa e per la fatidica località di San Carlo di Cese (Maurizio Borella sa di che cosa sto parlando), la strada si impenna con una pendenza media del 14% e tratti al 17%. Superata la cappella dell’Apparizione della Vergine, il ripido pendio conclusivo di 200 m. ha per di più un fondo in pavé.
Il santuario si trova sulla sommità del verdeggiante monte Figogna. L’ultimo Km è davvero impegnativo (immaginatevelo all’arrivo di una tappa!). Non scende mai sotto il 10% ma negli ultimi 500 metri, superato il bivio in discesa per Lencisa e per la fatidica località di San Carlo di Cese (Maurizio Borella sa di che cosa sto parlando), la strada si impenna con una pendenza media del 14% e tratti al 17%. Superata la cappella dell’Apparizione della Vergine, il ripido pendio conclusivo di 200 m. ha per di più un fondo in pavé.
Si arriva con la lingua
a penzoloni ma con grande soddisfazione ad un ampio piazzale con bar e negozi
di turismo religioso, oggi chiusi (infatti, siamo ancora fuori stagione ed è
giovedì). Girando attorno alla vetta in senso orario si raggiunge il piazzale
antistante il santuario che ha un bel colonnato. Nel parco verdeggiante che sta
di fronte alcuni turisti si riposano sulle panchine e ammirano il panorama. Una
serie di tavole in bronzo disposte a semicerchio indicano le località che si
possono scorgere dalla vetta: una indica la direzione della lanterna di Genova.
La città sembra davvero un formicaio, giù in basso a sinistra. Piange il cuore
dovervi ritornare. Ma mi consolo. Di questi tempi, tra lavoro e impegni di
vario tipo, è già tanto se un incallito scalatore al tramonto può togliersi
queste piccole soddisfazioni.
Marco
Fortis