(Arrivati nel percorso di Medio Fondo di 110 km
e 1.467 metri di dislivello: 437. Arrivati nel percorso lungo di 160 km e 2.045
metri di dislivello: 145)
In che misura alcune gare ciclistiche amatoriali
siano più dure e selettive di altre si può arguire facilmente guardando le
classifiche della Winning Time. Non c’è bisogno di scomodare la Valtellina
Extreme con il Mortirolo ed il Gavia… Basta analizzare le graduatorie della ex
Diablo, la classica manifestazione ossolana che culmina con la stupenda salita
alla Cascata del Toce. Si tratta di una competizione che da anni attrae
decisamente un maggior numero di partecipanti sul percorso breve di Medio Fondo
di 110 km piuttosto che non su quello lungo di 160 km. Con il risultato che, a
parte i fuoriclasse, ormai solo i corridori atleticamente più preparati e
sicuri di non esporsi a delle figuracce optano per la micidiale Gran Fondo, che
include anche le salite di Fomarco, Montecrestese e Viceno. E può facilmente
succedere di trovare nella competizione di maggior chilometraggio atleti
giovani e di valore tipo un Ferrozzi Marco del Team Tartaggia (giunto nel 2000
50° nel percorso breve) posizionato solo al 93° posto (su 145 arrivati
quest’anno nel lungo), oppure due corridori regolari come Genova Siber o
Bambini Luigi della Farg Invoriese (con il primo dei quali spesso mi trovo
gomito a gomito nelle gare locali) relegati nelle ultime 15 posizioni della
classifica generale. Per inciso, la vittoria nella Gran Fondo edizione 2001 è
andata all’implacabile Stefano Colagè, che ha fatto segnare la bella media di
35,2 km/h ed ha preceduto sul traguardo Daniele Bertozzi.
Quanto a difficoltà anche la Medio Fondo ex
Diablo però non scherza per niente. Quest’anno, in particolare, la gara è stata
durissima, con un elevato livello tecnico medio dei partecipanti. Basti pensare
che 178 atleti hanno impiegato meno di 4 ore per effettuare la prova, mentre lo
scorso anno (quando i partecipanti furono 412) solo 143 atleti riuscirono a
completare il percorso in meno di 4 ore. La gara è stata vinta dal solito
Roberto Giucolsi, davanti a Luca Scattolin. Giucolsi si è aggiudicato anche la
classifica generale del Trittico Ossolano, comprendente, oltre alla ex Diablo,
la “Barale-Barale” e la “D come Domodossola”.
L’edizione 2001 della ex Diablo, baciata da una
splendida giornata di sole, mi vede ai nastri di partenza solitario e un po’
melanconico. Sono infatti l’unico rappresentante della Iride. Sono inoltre più
nervoso del solito perchè la discesa della Valle Antigorio mette sempre paura.
La gara parte da Valdo. Prevede, come di consueto, un circuito iniziale fino a
Fondovalle con ritorno a Ponte e successiva discesa a capofitto sino a
Domodossola. Raggiunta Villadossola, il percorso della Medio Fondo ritorna sui
suoi passi toccando Masera, mentre quello della Gran Fondo si spinge ancora più
a Sud fino a Migiandone.
Nonostante il fortissimo raffreddore che mi
perseguita da due settimane e una inevitabile debilitazione da antibiotici e
farmaci antinfiammatori, prendo il via abbastanza fiducioso con l’obiettivo di
interpretare decorosamente il percorso di Medio Fondo di 110 km. Il venerdì
prima della gara ho effettuato un buon allenamento (il classico giro del Lago
d’Orta) a discreta velocità (33 km/h di media) e ciò mi ha in parte rassicurato
sulle mie capacità di tenuta, messe a dura prova alla Omegna-Quaggione della
domenica precedente dalle difficoltà di respirazione.
Si parte alle 9.00 tra il frastuono
dell’elicottero da cui vengono effettuate le riprese televisive. La discesa
viene effettuata dalla maggior parte dei corridori a velocità per me
inconcepibili. Lascio passare i più forsennati. La rapida perdita di quota mi procura
un doloroso fastidio alle orecchie, ancora intasate dal catarro, che rende
impossibile effettuare la necessaria compensazione. In particolare sono quasi
completamente sordo dall’orecchio sinistro. Ma, a parte ciò, tutto procede bene
sin quasi a Crevoladossola, quando in alcune curve veloci perdo contatto con
una formazione compatta di una trentina di corridori che avevo appena raggiunto
in località Pontemaglio e che sarebbe stata davvero la compagnia ideale per
effettuare il circuito di Villadossola. Sul rettilineo di Preglia tento invano
di rientrare nel plotone spingendo ad oltre 45 km/h, ma senza riuscire a
ridurre il distacco di circa 300 metri che ho accumulato sulle ultime discese.
La mia speranza di correre in gruppo e di conservare un po’ di energie per le
salite della seconda parte del percorso svanisce nel centro di Domodossola,
quando mi capita un episodio un po’ fantozziano. All’incrocio con via
Scapaccino un grande ingorgo stradale attira momentaneamente l’attenzione del
personale della corsa. Non ricevendo alcuna indicazione effettuo lanciato la
curva e risalgo verso la Coop, seguendo a memoria lo stesso itinerario della
Barale-Barale. Solo dopo un po’, non vedendo più nessuno davanti a me, mi rendo
conto che sto allungando involontariamente il percorso, che attraversava
semplicemente il centro città. Ormai però è troppo tardi per tornare indietro e
proseguo per la circonvallazione, perdendo però altri minuti preziosi a causa
degli incroci non presidiati e del traffico stradale provocato proprio dalla
corsa. Superata zigzagando una lunga colonna di autovetture ferme, rientro
finalmente nel percorso ufficiale appena in tempo per aggregarmi con un
gruppetto di 4 corridori comprendente due atleti del Bici Club Omegna. Con essi
proseguirò fin quasi a Masera, ma a velocità decisamente basse. Con il senno di
poi, forse sarebbe stato più opportuno procedere da solo. In questa parte della
gara ho indubbiamente perso del tempo per eccesso di prudenza.
Quando inizia la salita di Crevoladossola,
abbandonati i flemmatci compagni omegnesi (arriveranno al traguardo con quasi
20 minuti di distacco…), sono subito di nuovo solo. Comincia la mia gara
personale contro il cronometro. Faccio fatica a respirare, ma le gambe tengono
bene. Mi gestisco comunque con cautela, sapendo di non poter strafare.
Soprattutto bevo tantissimi sali e in più appena qualcuno mi offre una semplice
bottiglietta d’acqua non disdegno di accettarla. Supero diverse decine di
corridori e solo raramente vengo rimontato da qualche concorrente: non c’è
miglior medicina per il morale. Il naso chiuso però costituisce un
bell’handicap, specie sui tornanti delle Casse dove faccio fatica a tenere il
ritmo dei 13 km/h. A Ponte, pur andando discretamente, mi rendo ormai conto di
essere in ritardo sulla mia tabella di marcia. Difficilmente potrò chiudere il
percorso in meno di quattro ore, cosa che mi riesce quasi sempre in
allenamento. Ma, viste le precarie condizioni di salute, non mi posso certo
lamentare. Mi accorgo di avere ancora molte energie da spendere, più di quanto
non prevedessi. Sulla dura salita da Ponte alla Cascata mi concedo anche il
lusso di superare alcuni corridori con cui solitamente combatto nella mia
categoria, come Claudio Bravini della SC Marano Ticino Cicli Milano (che era
giunto primo tra i veterani 2 nel Giro del Mottarone di quest’anno quando io
ero arrivato quarto). Percorso il tratto conclusivo dei paravalanghe
mantenendomi senza faticare più di tanto ad oltre 12 km/h di media, giungo al
traguardo al 201° posto assoluto in 4 ore, 4 minuti e 39 secondi (27 km/h di
media). Peccato davvero per il tempo perso stupidamente sulla circonvallazione
di Domodossola: è proprio destino (nel 1999 avevo un braccio rotto, mentre lo
scorso anno fui penalizzato da una contrattura muscolare) che in gara non
riesca mai a concludere il circuito della Diablo entro le fatidiche 4 ore!
All’arrivo mi cambio velocemente e nel dopo
corsa sfoggio per la prima volta la polo nera ufficiale della squadra. I
parenti accorsi numerosi al traguardo recuperano faticosamente le auto sul
piazzale affollato della Cascata, mentre io scendo tranquillamente in bici sino
a Ponte godendomi il fresco e il panorama. La giornata è meravigliosa e
caldissima. C’è tantissima gente sulla strada. Al polenta party di Valdo festeggio
con Flavia e la piccola Giulia il mio 35° posto su 93 arrivati nella categoria
veterani. Il rammarico per non aver saputo fare di meglio a causa delle
precarie condizioni fisiche è addolcito da due considerazioni: la prima è che
il tempo di oggi è comunque il migliore mai realizzato alla Diablo da un atleta
della Iride da quando la Medio Fondo è stata allungata a 110 km con il circuito
di Villadossola (record che, però, gusterò per poco tempo, perchè il prossimo
anno Ongaro, oggi assente per gli esami di maturità, lo abbasserà certamente
intorno alle 3 ore e 40 minuti!); la seconda è che la prova odierna mi consente
comunque di aggiungere una buona manciata di punti alla classifica del
Campionato sociale su strada 2001 della Iride.
Per concludere, sono meritevoli di segnalazione,
nel percorso di Medio Fondo, le prove di alcuni atleti cusiani: Bacchetta è
giunto terzo tra i cadetti; Amisano ha conquistato un notevole terzo posto tra
i gentlemen (in 3 ore e 31 minuti, davanti persino a Mirko Cappelli!); Giorgio
Bianchi è stato invece il primo atleta del BC Omegna (in 3 ore e 36 minuti).
Buona anche la prova di Caldognetto Guido, senior della UC Fratelli Frattini,
che avevo superato di circa un minuto al Giro del Mottarone, e che alla Cascata
è invece arrivato 117° in 3 ore e 49’. Forse questo è un tempo che anch’io
potrò cercare di realizzare il prossimo anno, se alla Diablo sarò finalmente un
po’ più fortunato…
Marco Fortis