domenica 24 giugno 2001

Medio Fondo ex Diablo, 110 km, Formazza-Cascata del Toce

(Arrivati nel percorso di Medio Fondo di 110 km e 1.467 metri di dislivello: 437. Arrivati nel percorso lungo di 160 km e 2.045 metri di dislivello: 145)

In che misura alcune gare ciclistiche amatoriali siano più dure e selettive di altre si può arguire facilmente guardando le classifiche della Winning Time. Non c’è bisogno di scomodare la Valtellina Extreme con il Mortirolo ed il Gavia… Basta analizzare le graduatorie della ex Diablo, la classica manifestazione ossolana che culmina con la stupenda salita alla Cascata del Toce. Si tratta di una competizione che da anni attrae decisamente un maggior numero di partecipanti sul percorso breve di Medio Fondo di 110 km piuttosto che non su quello lungo di 160 km. Con il risultato che, a parte i fuoriclasse, ormai solo i corridori atleticamente più preparati e sicuri di non esporsi a delle figuracce optano per la micidiale Gran Fondo, che include anche le salite di Fomarco, Montecrestese e Viceno. E può facilmente succedere di trovare nella competizione di maggior chilometraggio atleti giovani e di valore tipo un Ferrozzi Marco del Team Tartaggia (giunto nel 2000 50° nel percorso breve) posizionato solo al 93° posto (su 145 arrivati quest’anno nel lungo), oppure due corridori regolari come Genova Siber o Bambini Luigi della Farg Invoriese (con il primo dei quali spesso mi trovo gomito a gomito nelle gare locali) relegati nelle ultime 15 posizioni della classifica generale. Per inciso, la vittoria nella Gran Fondo edizione 2001 è andata all’implacabile Stefano Colagè, che ha fatto segnare la bella media di 35,2 km/h ed ha preceduto sul traguardo Daniele Bertozzi.
Quanto a difficoltà anche la Medio Fondo ex Diablo però non scherza per niente. Quest’anno, in particolare, la gara è stata durissima, con un elevato livello tecnico medio dei partecipanti. Basti pensare che 178 atleti hanno impiegato meno di 4 ore per effettuare la prova, mentre lo scorso anno (quando i partecipanti furono 412) solo 143 atleti riuscirono a completare il percorso in meno di 4 ore. La gara è stata vinta dal solito Roberto Giucolsi, davanti a Luca Scattolin. Giucolsi si è aggiudicato anche la classifica generale del Trittico Ossolano, comprendente, oltre alla ex Diablo, la “Barale-Barale” e la “D come Domodossola”.
L’edizione 2001 della ex Diablo, baciata da una splendida giornata di sole, mi vede ai nastri di partenza solitario e un po’ melanconico. Sono infatti l’unico rappresentante della Iride. Sono inoltre più nervoso del solito perchè la discesa della Valle Antigorio mette sempre paura. La gara parte da Valdo. Prevede, come di consueto, un circuito iniziale fino a Fondovalle con ritorno a Ponte e successiva discesa a capofitto sino a Domodossola. Raggiunta Villadossola, il percorso della Medio Fondo ritorna sui suoi passi toccando Masera, mentre quello della Gran Fondo si spinge ancora più a Sud fino a Migiandone.
Nonostante il fortissimo raffreddore che mi perseguita da due settimane e una inevitabile debilitazione da antibiotici e farmaci antinfiammatori, prendo il via abbastanza fiducioso con l’obiettivo di interpretare decorosamente il percorso di Medio Fondo di 110 km. Il venerdì prima della gara ho effettuato un buon allenamento (il classico giro del Lago d’Orta) a discreta velocità (33 km/h di media) e ciò mi ha in parte rassicurato sulle mie capacità di tenuta, messe a dura prova alla Omegna-Quaggione della domenica precedente dalle difficoltà di respirazione.
Si parte alle 9.00 tra il frastuono dell’elicottero da cui vengono effettuate le riprese televisive. La discesa viene effettuata dalla maggior parte dei corridori a velocità per me inconcepibili. Lascio passare i più forsennati. La rapida perdita di quota mi procura un doloroso fastidio alle orecchie, ancora intasate dal catarro, che rende impossibile effettuare la necessaria compensazione. In particolare sono quasi completamente sordo dall’orecchio sinistro. Ma, a parte ciò, tutto procede bene sin quasi a Crevoladossola, quando in alcune curve veloci perdo contatto con una formazione compatta di una trentina di corridori che avevo appena raggiunto in località Pontemaglio e che sarebbe stata davvero la compagnia ideale per effettuare il circuito di Villadossola. Sul rettilineo di Preglia tento invano di rientrare nel plotone spingendo ad oltre 45 km/h, ma senza riuscire a ridurre il distacco di circa 300 metri che ho accumulato sulle ultime discese. La mia speranza di correre in gruppo e di conservare un po’ di energie per le salite della seconda parte del percorso svanisce nel centro di Domodossola, quando mi capita un episodio un po’ fantozziano. All’incrocio con via Scapaccino un grande ingorgo stradale attira momentaneamente l’attenzione del personale della corsa. Non ricevendo alcuna indicazione effettuo lanciato la curva e risalgo verso la Coop, seguendo a memoria lo stesso itinerario della Barale-Barale. Solo dopo un po’, non vedendo più nessuno davanti a me, mi rendo conto che sto allungando involontariamente il percorso, che attraversava semplicemente il centro città. Ormai però è troppo tardi per tornare indietro e proseguo per la circonvallazione, perdendo però altri minuti preziosi a causa degli incroci non presidiati e del traffico stradale provocato proprio dalla corsa. Superata zigzagando una lunga colonna di autovetture ferme, rientro finalmente nel percorso ufficiale appena in tempo per aggregarmi con un gruppetto di 4 corridori comprendente due atleti del Bici Club Omegna. Con essi proseguirò fin quasi a Masera, ma a velocità decisamente basse. Con il senno di poi, forse sarebbe stato più opportuno procedere da solo. In questa parte della gara ho indubbiamente perso del tempo per eccesso di prudenza.
Quando inizia la salita di Crevoladossola, abbandonati i flemmatci compagni omegnesi (arriveranno al traguardo con quasi 20 minuti di distacco…), sono subito di nuovo solo. Comincia la mia gara personale contro il cronometro. Faccio fatica a respirare, ma le gambe tengono bene. Mi gestisco comunque con cautela, sapendo di non poter strafare. Soprattutto bevo tantissimi sali e in più appena qualcuno mi offre una semplice bottiglietta d’acqua non disdegno di accettarla. Supero diverse decine di corridori e solo raramente vengo rimontato da qualche concorrente: non c’è miglior medicina per il morale. Il naso chiuso però costituisce un bell’handicap, specie sui tornanti delle Casse dove faccio fatica a tenere il ritmo dei 13 km/h. A Ponte, pur andando discretamente, mi rendo ormai conto di essere in ritardo sulla mia tabella di marcia. Difficilmente potrò chiudere il percorso in meno di quattro ore, cosa che mi riesce quasi sempre in allenamento. Ma, viste le precarie condizioni di salute, non mi posso certo lamentare. Mi accorgo di avere ancora molte energie da spendere, più di quanto non prevedessi. Sulla dura salita da Ponte alla Cascata mi concedo anche il lusso di superare alcuni corridori con cui solitamente combatto nella mia categoria, come Claudio Bravini della SC Marano Ticino Cicli Milano (che era giunto primo tra i veterani 2 nel Giro del Mottarone di quest’anno quando io ero arrivato quarto). Percorso il tratto conclusivo dei paravalanghe mantenendomi senza faticare più di tanto ad oltre 12 km/h di media, giungo al traguardo al 201° posto assoluto in 4 ore, 4 minuti e 39 secondi (27 km/h di media). Peccato davvero per il tempo perso stupidamente sulla circonvallazione di Domodossola: è proprio destino (nel 1999 avevo un braccio rotto, mentre lo scorso anno fui penalizzato da una contrattura muscolare) che in gara non riesca mai a concludere il circuito della Diablo entro le fatidiche 4 ore!

All’arrivo mi cambio velocemente e nel dopo corsa sfoggio per la prima volta la polo nera ufficiale della squadra. I parenti accorsi numerosi al traguardo recuperano faticosamente le auto sul piazzale affollato della Cascata, mentre io scendo tranquillamente in bici sino a Ponte godendomi il fresco e il panorama. La giornata è meravigliosa e caldissima. C’è tantissima gente sulla strada. Al polenta party di Valdo festeggio con Flavia e la piccola Giulia il mio 35° posto su 93 arrivati nella categoria veterani. Il rammarico per non aver saputo fare di meglio a causa delle precarie condizioni fisiche è addolcito da due considerazioni: la prima è che il tempo di oggi è comunque il migliore mai realizzato alla Diablo da un atleta della Iride da quando la Medio Fondo è stata allungata a 110 km con il circuito di Villadossola (record che, però, gusterò per poco tempo, perchè il prossimo anno Ongaro, oggi assente per gli esami di maturità, lo abbasserà certamente intorno alle 3 ore e 40 minuti!); la seconda è che la prova odierna mi consente comunque di aggiungere una buona manciata di punti alla classifica del Campionato sociale su strada 2001 della Iride.
Per concludere, sono meritevoli di segnalazione, nel percorso di Medio Fondo, le prove di alcuni atleti cusiani: Bacchetta è giunto terzo tra i cadetti; Amisano ha conquistato un notevole terzo posto tra i gentlemen (in 3 ore e 31 minuti, davanti persino a Mirko Cappelli!); Giorgio Bianchi è stato invece il primo atleta del BC Omegna (in 3 ore e 36 minuti). Buona anche la prova di Caldognetto Guido, senior della UC Fratelli Frattini, che avevo superato di circa un minuto al Giro del Mottarone, e che alla Cascata è invece arrivato 117° in 3 ore e 49’. Forse questo è un tempo che anch’io potrò cercare di realizzare il prossimo anno, se alla Diablo sarò finalmente un po’ più fortunato…


Marco Fortis