Così, dopo le foto di rito in
piazza Armeno con i “vecchi” sopravvissuti della Iride e i “nuovi” compagni
della Scuola MTB Lago Maggiore, sono partito dieci minuti abbondanti prima
della partenza ufficiale che era prevista per le nove.
Tra Sovazza e Coiromonte mi
hanno preso i primi 3, poi via via tutti gli altri agonisti. A Coiromonte mi
supera Alessandro che va come un treno.
Mia moglie Roberta presente in bici a Coiromonte mi incita come se fossi in gara (ma sono un portoghese!?!).
Ivan invece mi prende nel traverso sopra il Cascinone e mio figlio mi raggiunge all’Alpe Torona.
Mia moglie Roberta presente in bici a Coiromonte mi incita come se fossi in gara (ma sono un portoghese!?!).
Ivan invece mi prende nel traverso sopra il Cascinone e mio figlio mi raggiunge all’Alpe Torona.
Al bivio corto/lungo giro per
il lungo ed arrivo ad Armeno dopo circa quattro ore comprese le soste per
l’acqua e la pipì.
Che posso dire, il percorso
“Spettacolare!!!” anche per uno come me che conosce il Mottarone come le sue
tasche. Per me quindi niente di nuovo a parte il tratto che collega la strada
Coiromonte Cascinone con la strada Miniera Alpe Torona che non conoscevo. Un
bel traverso esposto, tecnico ma ciclabile.
Favoloso poi il giro attorno
al Monte Falò (Tre Montagnette) che conosco molto bene avendolo già percorso
numerose volte e anche in gara a piedi nel trail del Motty. Questo tratto
rimane sempre uno spettacolo e sembra di volare sopra al Lago Maggiore.
Approvo anche il collegamento
dalla Sella delle Tre Montagnette fino alla Borromea passando per il Termine
senza toccare l’Alpe della Volpe. Questo tratto è molto lungo e selvaggio e,
anche se privo di passaggi tecnici, mette a dura prova la resistenza dei biker.
Un unico appunto i 3 km in
salita asfaltata della Borromea, dalla Stazione al tornante, che avrei sicuramente
evitato. Una noia mortale infinita. Fosse per me avrei fatto salire dall’L1
direttamente dalla Stazione senza mai toccare l’asfalto. Certo, tutto L1 fino
in cima diventa un calvario da fare a piedi ma, chi se ne frega! Siamo biker o quaqquaraqqua
? Chi vuole sempre solo pedalare senza mai spingere la bici vada a fare lo
stradista, alla domenica il calendario è pieno di gare. Ma chi viene a fare la
GF del Mottarone in MTB fa una scelta precisa di off road e sofferenza.
Ottima scelta invece la
discesa verso il versante Cusiano, sempre molto spettacolare il panorama e i grandi
single track nella valle dell’Ondella. Molto bello lo spring violento nelle
felci appena attraversata la strada a Cortano che collega direttamente al
percorso classico di discesa verso Luciago evitando di andare a prendere lo
sterrato più avanti che avrebbe allungato il tratto asfaltato.
Rispetto alla GF “antica”
comunque rivendico la grande novità del passaggio in vetta, che una volta non
si faceva e che dona un grande significato a tutto il percorso che solo per
questo guadagna a mio parere le 5 stellette.
Totale 40 km con 1500 metri di dislivello ... un buon allenamento.
Spiace solo per la bassa partecipazione, un percorso così meritava il pienone di biker.
Certo da una parte la crisi dell'agonismo in MTB (ormai ci sono in giro più bici elettriche che muscolari) e dall'altra l'inspiegabile concomitanza con un'altra gara nella vicina Val Sesia (mah!?!), non hanno certo aiutato l'incremento di iscrizioni.
Se i biker agonisti sono già pochi e poi quei pochi se li rubano a vicenda nello stesso giorno non mi sembra un comportamento indovinato.
Totale 40 km con 1500 metri di dislivello ... un buon allenamento.
Spiace solo per la bassa partecipazione, un percorso così meritava il pienone di biker.
Certo da una parte la crisi dell'agonismo in MTB (ormai ci sono in giro più bici elettriche che muscolari) e dall'altra l'inspiegabile concomitanza con un'altra gara nella vicina Val Sesia (mah!?!), non hanno certo aiutato l'incremento di iscrizioni.
Se i biker agonisti sono già pochi e poi quei pochi se li rubano a vicenda nello stesso giorno non mi sembra un comportamento indovinato.