martedì 14 agosto 2018

TOUR DEI CANTAUTORI - 3° tappa: Pavana (BO)

Obbiettivo della stagione: il padre dei cantautori italiani, il mito di generazioni di giovani ormai vecchi (come me).
Mi ero anche preparato: ho letto su internet tutte le relazioni dei viaggiatori che sono passati a trovarlo, persino sulla rivista del CAI ho letto un'articolo di un tizio che è andato a farle visita, ho visto tutti i programmi televisivi che parlavano del suo ritiro tra i monti, ho riascoltato per giorni su youtube i suoi brani più famosi, ho gonfiato la testa a mia moglie per settimane con la mia idea, ho studiato su wikipedia la sua biografia, una sera fino a notte fonda ho confidato al mio amico chitarrista Massimo il mio progetto, a Omegna all'enoteca Ferro ho acquistato un'ottima bottiglia di Gattinara Riserva DOCG da portarle in dono sapendo che avrebbe apprezzato il pensiero.
Ero deciso e sicuro di trovarlo, avrei bussato alla sua porta e sarei riuscito ad incontrarlo.
Ebbene si, Francesco Guccini era a casa inconsapevole che mi aspettava, dovevo solo passare a trovarlo, naturalmente in bici.
Quante volte da bocia ho ascoltato divertito le parolacce dell'Avvelenata senza capirne il significato. Le parolacce che io non potevo dire in famiglia lui le cantava su un disco.
Quante volte da ragazzo insieme a Paolo e gli altri ho strimpellato all'oratorio Dio è morto, Noi non ci saremo, Auschwitz e poi ancora Canzone per un amica, L'orizzonte di K.D., Il vecchio e il bambino.
Ora riscopro e riascolto brani magnifici: Vorrei, La canzone delle domande consuete, Una canzone, La locomotiva, Quattro stracci, ... tanta roba.
Avevo già notato i giorni precedenti che la strada di fondovalle del Reno, almeno fino a Porretta Terme, è orribile, trafficatissima, pericolosa, inadeguata ad essere percorsa in bicicletta, con gallerie e viadotti esclusivamente automobilistici. Inoltre ad eccezione di Marzabotto (la cui storia antica e moderna sono di assoluto interesse), la strada della bassa valle attraversa paesotti e località insignificanti.
Da Porretta in su però tutto cambia, la valle principale si biforca in più valli che si addentrano nel cuore degli Appennini ed i percorsi per noi cicloamatori diventano molto più interessanti e di scoperta.
Lascio la macchina a Ponte della Venturina nel parcheggio del supermercato all'ingresso del paese. Zainetto con la bottiglia di Gattinara in spalla e via in sella alla Guerciotti,
L'idea è quella di fare un circuito che comprenda Pistoia e due passi appenninici, uno all'andata e uno al ritorno.
Siccome da li a Pavana ci sono pochi km salgo subito alla ricerca della casa del maestro così poi potrò proseguire senza il peso della bottiglia nello zaino.
Arrivo in paese e chiedo informazioni a due gentili sciure che mi indicano subito l'abitazione (chissà a quanti l'hanno fatto). Entro nel vialetto appena sotto la strada principale ripassando mentalmente le frasi di circostanza con cui mi dovrò presentare.
Busso ad una porta e scorgo una figura femminile da una finestra che viene ad aprire. E' una donna sui 50 anni e chiedo:
"mi scusi, cerco il maestro Guccini" - 
"non è in casa si trova in vacanza" mi risponde. 
Crolla tutto, in vacanza ad agosto ? Uno come lui che non molla la sua Pavana nemmeno se viene il terremoto !?! Che sfiga ! Era destino che non avrei trovato nessun cantautore in questo mio tour emiliano.
"Beh, pazienza, le lascio una bottiglia di vino buono che viene dalla mia terra, io sono dell'alto Piemonte e mi piace girare l'Italia in bicicletta, penso che lui possa gradirla" -
"senz'altro grazie, le devo dire qualcosa, vuole lasciarle un biglietto ?" -
"ehm no, lasci stare, lui non mi conosce, ma io conosco lui, ho passato delle buone ore della mia gioventù con la sua musica" - 
"allora le dirò un amico dal Piemonte in bici" - 
"ecco le dica così ... arrivederci".
Mi lascio andare in discesa ritornando a Ponte della Venturina in pochi minuti, mi sento come un cane bastonato.
Ma la giornata è appena cominciata, c'è un sole mega e il cielo azzurro terso, sono in vacanza, ho una bella famiglia, ho la salute e sono in sella alla mia bici, sono anche juventino, sono fortunato.
Pedalo con decisione verso l'alta valle del Reno cantando Dio è morto ad alta voce, tanto non si vede un'anima per km.
La strada è bellissima e deserta, la valle è stretta e suggestiva, circondata da monti selvaggi ricoperti da foreste. Entro in Toscana sempre in salita e raggiungo Le Piastre dove scollino il colle appena dopo il paese.
La discesa nel Pistoiese è ancora più bella, una ventata calda mediterranea "... in odor di Toscana ..." che mi investe completamente e la vista si apre sulla grande pianura centrale Toscana che va da Lucca a Firenze. Il panorama su Pistoia è strepitoso !
Toccata e fuga in piazza del Duomo di Pistoia e, dopo una breve visita all'interno della cattedrale, riparto prendendo la via Porrettana.
Salita lunga, lunga, lunga ma mai cattiva. Percorso bello e panoramico nonostante i motociclisti che pensano di essere Valentino Rossi. Salgo fino al passo della Collina di Porretta perchè con la bici non posso percorrere la galleria dopo Signorino, troppo lunga e pericolosa.
Meglio così, la strada vecchia per il passo della Collina è deserta e anche se faccio più dislivello della strada nuova è un piacere pedalare senza moto impazzite che ti sfiorano a 200 km/ora.
Dopo il passo tutta discesa fino a Pavana dove ripasso davanti alla casa del maestro sigh!
Pochi minuti dopo raggiungo la macchina chiudendo così un anello di 90 km. e 7 ore in sella soste comprese. Totale km = 90, Guccini = 0.

NOTA:
Pochi giorni dopo ma proprio pochi giorni (non do riferimenti sul giorno preciso per non violare la privacy delle persone incontrate), dopo la visita al bellissimo sito archeologico etrusco, mi ritrovo in un bar di Marzabotto (La Foglia d'oro) a mangiare un panino con la mortadella di Bologna.
Sono il solo avventore del locale, mangio il panino e leggo sul Resto del Carlino i tragici fatti del ponte di Genova: la Sampdoria e il Genoa hanno deciso di non giocare la partita in segno di lutto, entrano due persone a cui sulle prime non faccio caso.
Sento una voce grossa con la 'R' arrotata inconfondibile, lui è li in piedi davanti a me !
Balzo in piedi confuso e a stento balbetto: 
"buongiorno maestro, io sono passato a trovarla pochi giorni fa ma non l'ho trovata a casa, ora mi fa piacere averla incontrata per caso di persona qui".
Scorgo l'altra persona e riconosco immediatamente la signora gentile che mi aveva aperto la porta. Lui rimane un attimo sorpreso ma lei interviene prontamente:
"ah si Francesco, questo è il ciclista che ti ha portato la bottiglia di vino, ricordi che te ne ho parlato ?" -
"ah grazie !" risponde lui e poi ancora:
"ma che vino è ?" - 
"un Gattinara"  dico io -
"ah certamente ..." dice lui, un "certamente" lento, pensoso, da intenditore, con lo sguardo che pregusta l'assaggio del vino buono. Così iniziamo una piccola conversazione, lui ordina dei panini e da bere e si siede al tavolino di fianco al mio. 
Entrano altri avventori a bere un caffè di sfuggita e lo riconoscono, alcuni lo salutano e lui ricambia. La barista ha un atteggiamento divertito, mi sembra di capire che sia un cliente abituale del bar.
Commentiamo i fatti di Genova e lui conclude "... un disastro".
Lo lascio mangiare in pace il panino mentre io finisco il mio e poi mi butto, ora o mai più:
"mi scusi maestro la disturbo troppo se le chiedo una foto insieme ?" -
"nessun disturbo faccia pure" - 
Preparo il selfie ma la gentile signora si propone di scattarla lei, meglio ancora.
Le do il mio cellulare, ecco fatto.
"Grazie maestro, mi ricorderò di questo incontro casuale, le auguro tanta salute e buona giornata" - 
"Grazie a lei della bottiglia, la saluto ...".