Km 108; dislivello 2.150 metri circa
(conteggiando i saliscendi)
Splendida gita primaverile (effettuata in aprile in una giornata
soleggiata e calda) vivamente consigliata a tutti i bikers della Iride. E’
sufficiente un minimo allenamento di fondo tale da consentire il ritorno senza
boccheggiare sulla Colma di Arola. Provviste: basta una merendina (da mangiare
a Rimasco) e un panino al prosciutto (a Carcoforo); un litro d’acqua e un succo
di frutta all’andata; un litro d’acqua al ritorno.
I Km complessivi sono 108 da Omegna; il dislivello è di 1.987 metri
escludendo i molti saliscendi (che aumentano i tratti di salita almeno di altri
150 metri). Il percorso non è mai proibitivo. Partenza alle ore 10:45;
condizioni climatiche ottime a parte un fastidioso vento contrario al ritorno.
Cielo blu, aria tersa.
Fino a Varallo gita classica già ben nota a tutti. Attraversata Varallo,
si prende la strada in direzione Alagna e dopo 10 Km circa si svolta per la
valle del torrente Sermenza. In alto sulla destra si profila il villaggio di
Rossa. Si supera poi Boccioleto ad un’altitudine di 667 metri con il
caratteristico Albergo La Fenice (chiuso ed in vendita) e gli stretti
tornantini che attraversano il villaggio. Si entra progressivamente nella valle
con vari falsopiani e tratti più ripidi in un panorama molto simile a quello
della parallela Val Mastallone. Si supera la centrale dell’ENEL a Fervento e si
giunge dopo un paio di tornanti a Rimasco (906 m. slm) con il caratteristico
lago artificiale. Tempo per qualche fotografia e per un boccone.
Dopo Rimasco, lasciato a sinistra il bivio per Rima-S. Giuseppe, il
paesaggio si fa più severo e la salita un po’ più impegnativa con qualche
tratto al 9-10%. L’ascesa è irregolare. Si incontrano alcuni brevi tornantini.
Ci si avvicina a Carcoforo in un ambiente sempre più di alta montagna e,
attraversato il borgo di Ferrate (1.158 m. slm), con un brevissimo tratto in
pavé, negli ultimi 2-3 Km si incontrano gigantesche valanghe scese ai lati
della strada. Si superano un paio di brevi gallerie (non buie) e l’arrivo a
Carcoforo (1.304 m. slm) è quasi in piano.
Effettuo un breve giro ricognitivo nel raccolto centro del villaggio con
cumuli di neve ancora alti. Dopo una sosta per un panino presso il piccolo
ponte vicino al municipio si riparte. La discesa velocissima fa capire che la
salita, pur non faticosa, non era modesta come può sembrare a prima vista. La
strada è un po’ dissestata ed occorre prestare attenzione a qualche buca. Da
Rimasco si comincia ad incontrare vento contrario che si accentua dopo
Boccioleto e nel fondovalle. I dieci Km prima di Varallo non sono agevoli, con
ripetute ed improvvise raffiche, ma il paesaggio primaverile e verdeggiante è
davvero lenitivo per lo spirito.
Il ritorno per la stessa via dell’andata attraverso la Colma di Arola fa
emergere un po’ di fatica, ma è sufficiente che poco dopo Civiasco un paio di
ciclisti valsesiani mi superino e ingaggino un forcing, per spingermi a
rilanciare l’andatura. La competizione spesso ridona le forze. Arriviamo alla
Colma insieme. Loro scendono ad Arola e poi tornano a Varallo. Io filo verso
Omegna stanco ma soddisfatto arrivando in città in meno di 5 ore complessive
che è un tempo non male in questa stagione e senza allenamento. Anche se nel
2005, quando accompagnai una gita della Iride sino a S. Maria in Val Mastallone
e poi tornai ad Omegna, la forma era tutt’altra. Tuttavia, con la bici da
strada, se il tempo ed anche la gamba ti assistono, ci si può divertire sempre
anche senza fare i fenomeni.
Marco Fortis