martedì 19 maggio 2009

Giro d’Italia 2009 Tappa Cuneo-Pinerolo

Il giorno atteso è arrivato: oggi c’è la tappa del Sestriere, anche se monca rispetto al tracciato programmato in origine.  Vado a vedere il Giro, così festeggerò il mio 53esimo compleanno.
Partenza da Milano ore 6:00. Tappa a Biella per un breve incontro di lavoro. Poi di nuovo in strada verso Torino (traffico in tangenziale), quindi direzione Oulx, dove arrivo alle 9:50. Rapidi preparativi in un parcheggio, zaino in spalla (pieno di provviste, cinepresa e macchina fotografica) e inforco la bici. La salita fino a Cesana è molto pedalabile. Poi, per scaldare un po’ i motori, anziché andare subito al Sestriere, punto verso il Passo del Monginevro, che ha alcuni tratti abbastanza impegnativi e alcune brutte gallerie ma non è lungo: da Cesana 7 Km. La giornata è splendida e il traffico, anche a causa del Giro, è limitato (in giorni normali qui è un disastro). In poco più di quaranta minuti ad andatura turistica arrivo in cima. Vari altri ciclisti hanno avuto la mia stessa idea, prima di dirigersi a vedere il passaggio della tappa. Clavière e Montgenevre pullulano di corridori.
La discesa dal Passo del Monginevro è velocissima, solo un po’ di attenzione nelle gallerie. A Cesana sono già decine i ciclisti che affollano la rotonda ed i bar circostanti in attesa di salire verso il Sestriere. A questo punto, parto senza indugio verso la meta, 11 Km mai difficili, solo qualche corto strappetto. Una salita, quella del Sestriere, che mi ricorda il Passo della Maddalena dal lato francese. Mi accodo ad un gruppetto di cicloturisti più veloci della media, tanto per dire di aver fatto un po’ di fatica. La Colnago EPS bianca dà il meglio di sé anche cromaticamente con le bandierine tricolori sulla forcella particolarmente ammirate da un gruppo di francesi durante una sosta per scattare delle foto. In cima al Sestriere c’è già un mare di gente (ma non come sul mitico Colle delle Finestre). Arrivo in tempo per vedere passare la carovana, poi scendo di circa 1 Km per posizionarmi in un bel punto panoramico dal quale si vedono un paio di tornanti ed un lungo rettilineo con curva finale a gomito proprio sotto di me. Salgo su una collinetta portandomi la bici in spalla. Un panino, un po’ di telefonate di lavoro, poi alle 15:00, con un certo anticipo sui tempi indicati dal programma, cominciano a volteggiare gli elicotteri, segno che il Giro sta arrivando. La voce che Garzelli sia in testa è presto confermata. Infatti, è il primo a passare, con un paio di minuti di vantaggio su alcuni inseguitori; poi arriva qualche altro corridore in ordine sparso prima del gruppo della maglia rosa.
Passate le ammiraglie delle squadre, la gente invade in strada, ma ci sono ancora moltissimi corridori attardati e il gruppo dei velocisti arriva con molto ritardo, mentre ho già iniziato la discesa verso valle. La polizia ci fa fermare ai lati della strada. Passano in questo gruppo Hagen e Petacchi. E’ finita: un’altra bella tappa del Giro d’Italia vissuta dal vivo nell’album dei ricordi. Scendo in picchiata verso Cesana e poi verso Oulx perché stasera torno a Omegna per festeggiare il compleanno a casa. L’auto è al sole: una vera fornace. Apro tutte le portiere per aerare e rinfrescare l’interno e carico la bici. Mentre mi cambio la radio trasmette la notizia della vittoria di Di Luca.


Mercoledì 20 maggio: tanto per festeggiare un po’ di più, al mattino prima di tornare a Milano, inforco di nuovo la bici. Dalla stazione di Omegna al Mottarone in 1h e 19 minuti. Finalmente una salita come si deve, senza zaino e con il clima giusto. Non è un tempo paragonabile a quelli che facevo 3-4 anni fa, ma a 53 anni mi basta sapere che ogni tanto riesco ancora a pedalare decentemente.

Marco Fortis