Luminosa giornata di sole primaverile,
pantaloncini corti, niente fango e ancora una volta in questo Master porto a
casa le bici e le divise pulite (per fortuna!).
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Gli ostacoli da molti valutati troppi la serie da 4, specialmente quelli
in uscita dal campo di calcio che andavano verso i campi che erano seguiti da
un tratto sassoso dove era impossibile rilanciare la bici una volta in sella.
In quel punto ne bastavano 1 o 2.
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Il magro ristoro, a parte il gorgonzola per fortuna portato dal buon
Catizzone e spalmato con generosità da donna Adriana, non c’era nient’altro.
Non ci si aspettava certo un ristoro stile Cigliano ma per lo meno un po’ di
the caldo avrebbe fatto piacere a tutti. Il the invece era al bar … a
pagamento!
Ma queste sono mancanze addirittura trascurabili
rispetto a quello che sono riusciti a fare i giudici di Varese.
Non penso di essere “maleducato” nel valutare il
servizio gara dei giudici Acsi Varese un disastro totale.
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Tutti hanno potuto vedere e soffrire il ritardo della partenza della gara
di una buona mezz’ora sull’orario stabilito a causa della mancanza dei
giudici sul percorso. Mezz’ora che sposta tutto più in là e in inverno è
molto importante perché il sole cala presto e la fredda notte incombe.
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Tutti hanno potuto vedere e soffrire la mancanza delle classifiche
appese come al solito da consultare per eventuali verifiche e
contestazioni.
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Tutti hanno potuto vedere e soffrire il copioso ritardo nella preparazione
delle classifiche che ha causato un ritardo inusuale dell’inizio delle
premiazioni.
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Tutti hanno potuto vedere e soffrire gli errori macroscopici nelle
classifiche dove i corridori sono stati classificati in modo totalmente
casuale e addirittura mischiati tra loro in alcune categorie. Donne A in
partenza sono diventate B all’arrivo (forse sono invecchiate durante la gara?),
Supergentleman in partenza sono invece ringiovaniti all’arrivo e inseriti nella
categoria Gentleman (è proprio vero che il ciclocross fa bene agli uomini ma fa
male alle donne!). Di certo siamo invecchiati tutti un pochino di più nella
interminabile attesa delle classifiche che poi sono risultate pure sbagliate.
Scenette incredibili si sono verificate ai piedi
del podio dove i concorrenti non ascoltavano nemmeno più le fantasiose classifiche
lette dal povero speaker ma si mettevano d’accordo tra loro per una successione
più o meno corretta delle premiazioni. Meno male che i ciclocrossisti sono
tutte persone leali e corrette, cioè magari si scannano sul percorso ma poi
riconoscono il valore dell’avversario dopo che sono giunti all’arrivo e si
accordano tranquillamente per aggiustare una classifica strampalata.
Tutto ciò ha dilatato ulteriormente i tempi delle
premiazioni. Le ultime categorie sono state premiate quando il tramonto era
passato da un pezzo e ormai calava il buio sul centro sportivo. Nella notte
varesina i jet che ci passavano sopra la testa avevano già acceso le luci,
insomma c’era da ridere per non piangere.
Intorno alle 17:30, quando normalmente in altre
giornate di cross mi trovo già a casa sotto la doccia, siamo finalmente
riusciti a lasciare quella tragicomica situazione.
A ripensarci dispiace solo che la gara aveva un
nobile intento di beneficenza per un uomo meno fortunato di noi, la giornata era
bellissima, molti i concorrenti, la borsa premio preparata da GM Ceramiche è
risultata poi molto soddisfacente, c’è stata pure la simpatica garetta dei
cuccioli, insomma c’erano tutte le premesse per realizzare una bella giornata
di sport ma la nota stonata dei giudici mi fa meditare sul ritorno a Somma il
prossimo anno.
Meno male che il Master Palzola passa da Varese
una sola volta quest’anno.