Mentre fuori l’ultima
festa del Master Mtb era in pieno svolgimento e si succedevano i passaggi dei
corridori, tra il chiassoso tifo dei parenti e i bip dei chip sui tappeti, sono
entrato in silenzio nel Santuario del Varallino di Galliate ricco di
statue di pregievole fattura di artisti del ‘600 e ‘700 (uno di questi fu
addirittura un allievo della bottega del Bernini a Roma) raffiguranti scene di
vita di Gesù, una specie di Sacro Monte in pianura, ed ho pensato a quante
opportunità può offrire questo Master, oltre l’aspetto sportivo, di conoscere
il nostro territorio.
Questo territorio che va
dal grande ed industrializzato interland milanese su, su, verso nord ovest,
abbraccia le operose valli del varesotto, scavalca il Ticino, risale la
corrente del canale Cavour, dell’Agogna e del Sesia, lambisce i laghi a nord e
le loro prealpi ed entra in profondità nel Piemonte attraversando le grandi
risaie vercellesi arrivando a toccare alcune località biellesi dove armoniose e
antichissime morene glaciali ora ricoperte di vigneti pregiati si pongono come
cornice naturale di confine del bacino del Master.
Una miriade di piccole
località di provincia sono disseminate in questo grande
bacino di influenza del nostro Master, località sconosciute al grande pubblico
ma che hanno ancora qualche cosa di vero da dare ai suoi frequentatori
domenicali: i loro prati, i loro boschi, la loro semplice ma cordiale
accoglienza, i prodotti tipici del luogo ma anche il pacco gara confezionato dal
supermercato del paese. Località dove è ancora vivo il rapporto umano e la
passione per lo sport di fatica, di resistenza. Località a misura d’uomo e di
bambino.
Paesi e frazioni dove è
possibile scoprire i segni della storia, della faticosa vita passata: un
vecchio mulino abbandonato, una cappella votiva, un terrazzamento collinare ora
pieno di erbacce ma un tempo assiduamente coltivato per far veramente uscire
“il pane dalle pietre” oppure veri capolavori del passato, come le campane
esposte sul sagrato di Pontevecchio di Magenta, il cortile stesso delle
premiazioni nella villa di Pontevecchio, la piccola ma graziosa chiesetta di
San Colombano in cima all’omonimo muro di Briga Novarese, il maestoso
sviluppo architettonico della chiesa di S. Michele Arcangelo a Borgo d’Ale,
la bella piazza dell’arrivo di Borgosesia che ha un sapore di antico
Piemonte contrapposta alla tranquilla piazzetta tipica Lombarda del ritrovo di Nosate,
l’antico oratorio del colle di San Bernardo a Cellio, la superba roccia
bianca con in cima la chiesa di Madonna del Sasso a Boleto che domina il
Lago d’Orta, insomma … piccoli e grandi luoghi di arte e di cultura che, in
questo periodo di crisi NON SOLO economica ma anche culturale e morale, il
nostro Master ci fa scoprire girovagando per questa bella provincia italiana.
Anche il Ciclocross sono
certo ci porterà in altrettante località interessanti a scoprire nuovi angoli
gradevoli per poter ritemprare, oltre alla forma sportiva, anche lo spirito.
Questo aspetto del Master potrà farci solo del bene, ve lo garantisco!
Da sempre mi appassiona
il territorio con tutti i suoi aspetti ma è pur vero che quando correvo non
badavo molto a queste cose, mettevo giù la testa e menavo sui pedali quasi
senza sapere dove mi trovavo, adesso invece che le gare non le faccio quasi più
e partecipo agli eventi essenzialmente per portare mio figlio a praticare
ciclismo, cioè lo sport più bello del mondo, ho trovato ulteriori motivazioni
per esercitare il nomadismo domenicale anche nella stagione invernale e sono
ansioso di ricominciare, tra poche settimane, a girare i paesi per scovare i
segni della storia e della cultura locale. Frequentare il movimento può
significare anche questo, sia per gli atleti che per gli accompagnatori.
Tutto questo pensavo in
silenzio dentro al Santuario del Varallino mentre gli echi della festa sportiva
risuonavano da fuori e mio figlio giocava a pallone con gli altri Primavera in
attesa della pastasciutta e delle premiazioni nel prato circostante l’arrivo
della Gajalonga.
Grazie
MASTER insomma, estivo o invernale che sia.