Io e Riccardo Ongaro pensavamo di piazzare un bel colpo, concludendo magari
ai primissimi posti questa cronoscalata ed onorando così una stagione per noi
molto brillante. D’accordo, la gara era valida anche come Campionato
Interregionale Bancari e quindi sulla carta non era da prendere sottogamba. Ma
noi pensavamo ingenuamente che, a parte qualche bancario un po’ più veloce
della media, in una cronoscalata come questa, localizzata in uno sperduto
angolo della Valsesia e mal pubblicizzata, non avremmo trovato molti avversari
pericolosi. Invece...
Arrivati a Plello scoprivamo con stupore che i bancari presenti erano in
realtà assai pochi, mentre c’erano quasi tutti i più forti scalatori del Nord
Ovest, a cominciare da Galbignani, i due Grazioli, Deschino, Mattarello, De
Bernardi e Bacchetta, più altre belle sorprese, tra cui il granfondista Luca
Scattolin, fresco 4° assoluto nella Mediofondo del Monte Rosa. Presenti, tanto
per gradire, anche molti atleti agguerriti dell’UC Valdossola. “Non esistono
gare facili”, commentava un po’ sconsolatamente l’esperto Sergio Nino.
“Ovunque, ormai, sono presenti i migliori”. Ai nastri di partenza mancavano in
pratica solo Frigerio, Fatone, Vezzoli, Molini e i più forti scalatori della
Domobike, cioè Crosa Lenz, Lunghi e Dresti (che si trovavano in Liguria,
impegnati nella GF delle Cinque Terre) e poi la gara avrebbe assunto i contorni
di un vero e proprio campionato italiano...
Messo dunque rapidamente il cuore in pace, Riccardo ed io abbiamo solo
pensato a difendere al meglio i nostri colori. Partenza del primo concorrente
alle 14.15. Poi via via tutti gli altri ogni 30 secondi. Gli organizzatori,
oltre alla classifica assoluta, ne hanno stilate due per categorie: i giovani
(cadetti, juniores e seniores) e gli anziani (veterani, gentlemen e
supergentlemen).
Rapida cronaca. C’è il sole ma fa già freddo in questo pomeriggio di inizio
settembre. E’ la prima volta che corro una gara di questo tipo, senza avere
altri ciclisti come punto di riferimento. Penso con un po’ di nostalgia che
questa è l’ultima corsa di una stagione forse per me irripetibile dopo la
vittoria del Campionato provinciale strada della montagna nella categoria
veterani. Mentre il giudice di partenza mi sorregge, scandisce ad alta voce il
conto alla rovescia: 15 secondi, 10 secondi, 5 secondi, 3, 2, 1, via! Come al
Giro del Mottarone, parto ancora con il pettorale numero 17, ma non sono superstizioso
(allora, anzi, il 17 mi aveva portato fortuna). Questa di Plello è una salita
non ripidissima (6,5% la pendenza media) e va affrontata a tutta velocità.
Raggiunta Cellio a quasi 20 km/h di media, commetto l’errore di rilassarmi un
po’ nel tratto successivo fino a Breia (convinto di aver già accumulato un buon
tempo). La forma non è più quella del Campionato provinciale, ma vado ancora
abbastanza forte e riesco a spingere bene sui pedali nonostante un fastidioso
mal di testa. Nelle viuzze di Breia e nel successivo chilometro di falsopiano
sbaglio però l’impostazione di numerose curve strette e freno eccessivamente
per timore di scivolare sull’asfalto sporco di terriccio. Solo nell’ultimo
chilometro, con la strada che ricomincia a salire decisamente, riprendo a
pedalare con buon ritmo chiudendo in 26’33” alla media di 18,8 km/h. Riccardo,
partito con il numero 57, questa volta fa meglio di me per 2 secondi.
All’arrivo faccio in tempo a filmarlo con la videocamera. Ci piazziamo solo 34°
(lui) e 35° (io) su 60 concorrenti nella classifica assoluta. Ma non è proprio
il caso di demoralizzarci. Infatti, ci precedono ben 21 atleti capaci di salire
fino alla chiesetta di S. Bernardo ad oltre 20 km/h di media (oltre ai giovani
migliori c’è anche un supergentleman, il campione regionale di strada della
montagna Calligari, della Fratelli Del Boca). E’ difficile essere sempre
competitivi con gente di questo tipo. Per mantenersi in forma per 4-5 mesi
consecutivi come fanno loro non basta certamente uscire in bici solo un paio di
volte alla settimana. E’ però consolante constatare che atleti molto più
allenati di me e Riccardo, come ad esempio Iuliano, ci hanno preceduto solo di
pochissimi secondi. In realtà, sia io che Ongaro siamo convinti di avere ancora
grossi margini di miglioramento su questa salita, almeno dell’ordine di un
minuto-un minuto e mezzo in meno. E solo sufficiente che la prossima volta io
mi mantenga più concentrato, perfezionando nel contempo la pratica nel
falsopiano dopo Breia (dove sono andato quasi meno forte che in salita), mentre
Riccardo deve abituarsi a pedalare più in agilità facendo un po’ meno ricorso
al fuorisella. Arrivederci al prossimo anno, Valsesia...