(dislivello complessivo 1.104 m; salite di
Montecrestese (da Roledo), di Trontano, di Fomarco e di Bognanco. Arrivati nel
percorso corto: 253. Arrivati nel percorso lungo di 158,3 km - comprendente
l’Alpe Segletta: 331)
Bella prova degli atleti della Iride domenica 27
maggio, impegnati sul percorso corto di 81 km della seconda edizione della
Stockalper in una splendida giornata di sole. Rispetto all’edizione del 2000,
nel percorso corto sono state abolite le salite di Altoggio e del Calvario (che
lo scorso anno fecero parecchia selezione): il dislivello è dunque calato (a
soli 1.104 m.) e la gara è diventata più veloce e nervosa, maggiormente adatta
ai passisti. La predominanza di tratti pianeggianti ha reso assolutamente
fondamentale mantenersi all’interno di qualche gruppo, per “succhiare” le ruote
dei più volonterosi e non sprecare inutilmente energie da riservare più
saggiamente al finale in salita da Domodossola a Bognanco. Dolci i paesaggi,
con le strade incuneate tra i prati verdeggianti dell’Ossola, come nei pressi
di Calice, dove i ciclisti hanno pedalato tra il fieno alto ormai in procinto
di essere tagliato. Sulla strada per Bognanco abbiamo incontrato i soliti
tavolini folkloristici con le specialità locali servite da donne in costume
della valle e all’arrivo una piccola banda ha rallegrato tutti i corridori con
brani di jazz.
Al via la nostra squadra schiera Borgatta,
Ongaro (reduce da una paurosa caduta alla “D come Domodossola” della settimana
prima, ma fortunatamente senza danni) e Fortis. Per tutti e tre, a fine corsa,
media superiore ai 30 km/h. Cronaca della gara. Partenza ad handicap per il
sottoscritto, che dimenticava in macchina la pompetta per la camera d’aria (un
errore imperdonabile dovuto forse alle eccessive libagioni della sera precedente).
Tornato frettolosamente sino all’auto, parcheggiata a mezzo chilometro di
distanza, e recuperato il prezioso attrezzo, rientravo appena in tempo nelle
griglie ma ero costretto a partire in ultima posizione (nonostante il numero 31
di pettorale…) e ad inseguire faticosamente il gruppone a tutta velocità prima
in pianura e successivamente sulla salita di Montecrestese, intasata dai
ciclisti più lenti. Riuscivo finalmente a raggiungere in prossimità di Trontano
alcuni buoni atleti da tenere come punti di riferimento (tra cui il tenace
gentleman Sormani dell’UC Valdossola) e successivamente recuperavo terreno su
un altro gruppetto di una ventina di corridori (comprendente anche Gianni). A
quel punto, però, incredibilmente, un passaggio a livello chiuso (!!!) della
ferrovia Vigezzina a Trontano ci faceva perdere il contatto con numerosi
ciclisti già passati da poco sui binari e permetteva anche a molti altri
concorrenti (precedentemente distanziati col sudore della fronte sulla faticosa
salita in mezzo ai vigneti) di raggiungerci. Nella confusione io e Gianni non
ci accorgevamo nemmeno di essere vicini a pochi metri di distanza l’uno
dall’altro (l’avremmo scoperto solo dopo, al traguardo).
La corsa di Gianni è stata positiva e ben
condotta tatticamente, come alla Barale-Barale. Sempre forte in discesa,
Borgatta è rimasto agganciato ad un gruppo numeroso e veloce per quasi tutto il
tratto rimanente del percorso, distinguendosi anche sulle due salite
conclusive, quando la fila dei corridori ha cominciato a sgranarsi. Gianni ha
chiuso al 129° posto assoluto (11° nella sua categoria “veterani 1” su 26
arrivati), immediatamente davanti al citato Sormani. Ongaro, già passato a
Trontano prima della chiusura delle barriere del treno, ha disputato una
eccellente gara. Superata - questa volta indenne - la discesa di Fomarco,
Riccardo si piazzava 94° (26° nella categoria “senior” del Giro delle Regioni
su 39 arrivati): un’altra bella gara, la sua, che lo consola della sfortunata
prova della domenica precedente dove si trovava subito dopo i migliori prima di
cadere. Io, infine, mi sono realmente divertito solo nel finale. Infatti, avevo
perso parecchie posizioni nella discesa di Trontano e, in seguito, ho dovuto
costantemente correre da solo (sprecando preziose energie) fin quasi a Vogogna
prima di riacciuffare un gruppetto, col quale sono rimasto opportunisticamente
sino a Pieve Vergonte. Sulla salita di Fomarco, sentendomi molto bene, decidevo
(forse un po’ tardivamente) di ingranare la quarta e scollinavo in prima posizione
con un ampio vantaggio che riuscivo a conservare persino in discesa, dove è
noto che non sono uno specialista. Ho poi continuato solitario (spingendo
spesso oltre i 40 km/h) fino a Domodossola. Nel finale, dopo aver superato una
ventina di concorrenti isolati sulla salita di Bognanco, per poco non
raggiungevo anche Gianni e il Sormani in prossimità del traguardo. Ma non è
stata certo una prestazione all’altezza delle mie aspettative, dopo gli
inconvenienti e le incertezze che hanno caratterizzato la prima parte della
gara. Concludevo al 135° posto (11° “veterani 2” su 23 arrivati).
All’arrivo foto di gruppo con Gianni e Riccardo,
che ha affibbiato a noi veterani circa 5-6 minuti di distacco ed è ormai il
leader indiscusso della squadra nei piazzamenti assoluti. Nel percorso lungo
vittoria di Guidi che stroncava Montanari sulla salita di Fomarco,
distanziandolo poi di quasi 5 minuti nel tratto successivo sino a Bognanco.
Marco Fortis