Dall’Adriatico a Castelluccio di Norcia in bici, ci pensavo da qualche anno ma per qualche motivo non l’avevo ancora realizzato. La Roby dice di non essere più allenata come un tempo ma io so che lei è un diesel e non molla mai. Detto fatto!
Lunedì 21 giugno
Il giorno del solstizio partiamo da San Benedetto del Tronto,
un caldo pazzesco ci accompagnerà per i prossimi 4 giorni. La via Salaria è
molto trafficata ma qualche km prima di Ascoli fortunatamente inizia una pista
ciclabile fino a Monticelli poi le vie cittadine ci portano in centro al
capoluogo. Ascoli Piceno è veramente molto bella e interessante ma non c'è tempo per la visita che ci ripromettiamo di fare al ritorno, infatti dopo una
breve pausa ripartiamo sulla vecchia Salaria che per fortuna è pochissimo
frequentata dalle auto rispetto alla nuova strada statale e nel tardo
pomeriggio arriviamo ad Acquasanta Terme. Il termometro fuori dalla farmacia
del paese segna 38 gradi e si sentono tutti. Troviamo una stanza nel bel Hotel
delle Terme in fondo ad una discesa ripidissima che attraversa il centro
abitato, in riva al Tronto che in questo tratto è poco più di un torrentello ma quanto basta per dare un po' di refrigerio dalla canicola.
Passiamo la serata a ristorarci nella piscina di acqua termale dopo le fatiche
della giornata. Oggi 46 km percorsi tutti in leggera salita per 411 metri di
dislivello, considerando il caldo e il peso delle borse sulle bici come prima
tappa può bastare.
Martedì 22 giugno
Da Acquasanta Terme a Trisungo purtroppo la Salaria è una
sola e non esiste il vecchio percorso se non per un piccolo tratto che aggira
fortunatamente una galleria. Sono circa 10 km in salita di fondovalle in balia del traffico che però al
mattino presto non è molto. Soprattutto i camion sembra che vengano tutti in
direzione opposta, da Roma verso il mare. Abbiamo notato però il giorno prima
che al pomeriggio cambiano direzione (forse dopo aver caricato il travertino
dalle cave locali ?) ma noi al pomeriggio saremo già in alta quota.
A Trisungo lasciamo la Salaria e cominciamo la lunghissima e
dura salita alla Forca di Presta. La desolazione delle frazioni terremotate di
Arquata del Tronto ci intristisce e ci fa meditare sui terribili momenti
vissuti da questa gente nell’agosto del 2016. L’imponente parete est del
Vettore incute timore e sembra proprio che la strada punti dritta verso di essa
come se dovessimo scalarla in bici.
In effetti raggiungere la Forca di Presta è una vera
scalata. In cima un sole accecante senza un albero, un panorama mozzafiato, siamo nel cuore degli Appennini, tutto intorno a noi vallate, foreste e cime spoglie a
perdita d’occhio. Oltre il passo inizia la discesa sul Piano di Castelluccio.
Ecco questo è il momento che vale tutta la fatica del nostro viaggio. L’altopiano
è completamente fiorito, un tappeto di mille colori si alterna a praterie d’alta
quota, sul fianco della montagna si distingue chiaramente il bosco a forma di Italia e su un cucuzzolo isolato a dominare la conca il fiero paese gravemente ferito dal terremoto che lascia solo immaginare di come doveva essere splendido prima dei tragici eventi.
Troviamo fortunatamente l’ultima stanza disponibile all’Agriturismo
De Senari, si mangia benissimo e si dorme ancora meglio nella frescura dei 1500
metri di quota. Oggi percorsi 34 km di cui 14 di salita durissima.
Mercoledì 23 giugno
Dopo aver abbondantemente fotografato lo spettacolo della
fioritura dell’altopiano risaliamo i facili 6 km che ci riportano alla Forca di
Presta dal versante umbro e quindi scendiamo dalla strada marchigiana percorsa il
pomeriggio precedente ma al primo bivio risaliamo brevemente al Passo del
Galluccio. Siamo nel parco dei Sibillini e se fosse notte bisognerebbe temere i
branchi di lupi che qui sono numerosissimi, ma per fortuna siamo in pieno giorno. Da qui una
discesa lunghissima che percorre la valle di Montegallo ci porta a Roccafluvione.
Ancora una salitella fino a Venarotta e poi tutto in discesa raggiungiamo
nuovamente la bella Ascoli Piceno.
I palazzi medioevali del centro storico sono di grande rilevanza, la rinascimentale piazza del Popolo e la medioevale piazza Arringo sono uniche e suggestive. Al Palazzo dei Capitani visitiamo l’esposizione della collezione Cavallini Sgarbi zeppa di capolavori, strepitosa! Olive ascolane e gelato da passeggio ci fanno dimenticare la fatica fatta per arrivare fino a qui. Oggi percorsi 54 km, per fortuna molti in discesa.
Giovedì 24 giugno
Dopo la colazione allo storico Caffè Meletti partiamo in
direzione mare, ripercorriamo la pista ciclabile che ci evita il traffico della
statale ma a un certo punto dobbiamo purtroppo rientrare sulla Salaria. Non per
molto però, grazie alle indicazioni di una gentile signora ascolana troviamo l’ingresso
ad un altro tratto di pista ciclabile da Colli fino a Stella e poi fino al
mare. Oggi percorsi 30 km. Il nostro viaggio è finito, abbiamo percorso circa 160 km,
non moltissimi ma, considerando il caldo insopportabile, il dislivello e le bici con i
bagagli, nemmeno pochi.
Consiglio questo viaggio nel cuore degli Appennini a tutti gli amanti della bici, non consiglio invece di acquistare nei negozi cinesi, sembra di risparmiare ma alla fine si spende di più e poi con quello che hanno combinato ultimamente non mi pare il caso di alimentare la loro economia.
E' il caso invece di spendere i nostri soldi in questi luoghi bellissimi martoriati dal sisma ed aiutare così questi italiani che vogliono rialzarsi e riscattarsi.