venerdì 29 giugno 2018

ORTA MOTTARONE NOTTURNA

Certo che la piazzetta di Orta prima della partenza è una location mondiale, strepitosa nella luce morbida del tramonto nei giorni vicino al solstizio d'estate, punteggiata dai colori vivaci dei ciclisti che prendono posizione in griglia.
Ore 21 si parte, Biagio vola via con Claudio, Roby invece fatica già sulle prime rampe e io resto dietro di lei a godermi il percorso.
A Cheggino è quasi buio, sorpresa ma non troppo: il Gianni e la Marina che fotografano e ci incitano, lo sapevo che venivano.
Dopo Luciago si fa buio per davvero e di salita ce n'è ancora molta.
Si accendono le lucine sui manubri, sulle frontali, una processione lunghissima.
La pianura punteggiata dalle città illuminate che sembrano enormi astronavi ferme nel nero profondo, la luna che sale è rossa e quasi piena, le zanzare ci tormentano ma non importa ... è fantastico, profondamente fantastico.
E io, che sono di Omegna, che pedalo da secoli, che amo l'avventura, che ho girato il Mottarone in lungo e in largo, che amo il Mottarone, non ho mai fatto una roba simile, una cosa così bella, mah, chissà poi perchè.
Arriviamo alle 23, buio totale, non un grande tempo, anzi. Non è stata infatti un impresa dura, è stato semplicemente bello. Mentre mangio la polenta guardo mia moglie e penso di aver fatto stanotte una roba da terricolo, non solitario, ma sicuramente terricolo.