giovedì 29 giugno 2017

Un PO in bici - viaggio sulla VENTO

Provate a digitare “vento” su un motore di ricerca, scoprirete la VENTO, cioè la ciclovia più lunga d’Italia. VENTO infatti è un acronimo che sta per Venezia-Torino, le 2 città collegate dal più lungo fiume d’Italia, il Po. 
Il Po più esattamente è un’idrovia, ma sul suo argine maestro, destro e sinistro, è possibile percorrere centinaia di km in bicicletta grazie ad una stradina, per lo più asfaltata ma a volte anche sterrata, che collega tutte le località toccate dalle sue sponde.

Siamo partiti come al solito da casa, io, Roberta e Biagio. Come è nostra consuetudine preferiamo, quando possibile, non usare altri mezzi al di fuori della bicicletta. Da Omegna, via Novara (prima foratura mia ruota posteriore) e Vigevano, raggiungiamo la famosa rotonda di Garlasco dove incrociamo la Francigena che ci porta sull’argine del Ticino fino a Pavia (seconda foratura sempre mia ruota posteriore, mah). La nostra prima tappa si conclude a Belgioioso.

Da Pavia a Corte Sant’Andrea la VENTO ricalca all’incirca un tratto della Francigena ma poi, mentre la via per Roma propone il Transitum Padi per attraversare il grande fiume, la VENTO prosegue sempre sull’argine fino al ponte di Piacenza. La ciclabile sull’argine è molto piacevole e priva di traffico automobilistico ma non c’è un filo d’ombra e, se affrontata nella settimana più calda dell’anno come è capitato a noi, non è il massimo del godimento. Un breve sguardo al pregevole centro storico di Piacenza e poi via nuovamente sull’argine sinistro fino a Cremona dove si conclude la nostra seconda tappa al cospetto del Torrazzo.

Da Cremona a Mantova decidiamo di non percorrere la VENTO perchè risulterebbe troppo lungo seguire tutti i meandri del Po quindi tagliamo dritti nella campagna lombarda risparmiando un bel po’ di km consapevoli con dispiacere di saltare la famosa Brescello, teatro dei film di “Peppone e Don Camillo”. Due notti a Mantova sono il minimo per ammirare dignitosamente questa città d’arte. Ripartiamo da Mantova lungo il Mincio e poi ancora riagganciamo la VENTO sugli argini del Po fino a Ferrara.

L’osteria in località Stellata è ottima per una sosta, gestita da un ex ciclista dilettante detto Cacio che ha corso con Pantani in gioventù, buon cibo e prezzi moderati. Inoltre a pochi passi si può ammirare la casa dell’Ariosto e la rocca medioevale oltre l’argine. La ciclabile lungo il canale di Burana che porta a Ferrara da Bondeno poi è bellissima e finalmente, tutta alberata ed in ombra ! Due notti anche a Ferrara ci sono sembrate d’obbligo per ammirare i capolavori della città.

Dopo la visita a Ferrara accompagniamo alla stazione Biagio che prende il treno per tornare a casa per … altri impegni già in programma. Io e Roberta invece ripartiamo sulla VENTO ed entriamo in Veneto al ponte di Polesella. Con sorpresa scopriamo che la stradina d’argine maestro del Po, che in Lombardia ed Emilia era una pista esclusivamente ciclabile, in Veneto è invece una strada vera e propria di utilizzo comune dal traffico automobilistico locale. Comunque il traffico è abbastanza ridotto e per fortuna non è usata dai camion.

Seguiamo l’argine sinistro del ramo del Po di Venezia fino a Porto Viro dove prendiamo la ciclabile sull’argine del Po di Levante che, insieme al Canale Po Brondolo ed al Canal di Valle, forma un’idrovia, e quindi una ciclabile d’argine perfetta, continua e diretta fino a Chioggia. Tutto questo sembra all’insaputa degli abitanti di Porto Viro che, alla mia richiesta di informazioni su dove imboccare il percorso d’argine che porta a Chioggia, mi rispondono “quale canale ? …”. Cerco di spiegarmi con un linguaggio semplice e mostro la cartina ma nulla da fare, nessuno sa di cosa parlo e tutti vogliono farmi prendere la trafficatissima statale Romea per andare a Chioggia. Meno male che esiste google map sul telefonino e l’imbocco per la pista ciclabile me lo trovo da solo. Trovo naturalmente anche il canale che scorre a pochi passi dal paese. Mentre percorro la ciclabile mi domando: “ma questi non sanno dove abitano, mah !?!”. La nota positiva è che alla Trattoria al Bacino, che si trova appena passato il ponte dove inizia il canale del Po di Levante, si mangia molto bene a prezzi modici e per questo li perdoniamo anche se non sanno che esiste la ciclabile (e nemmeno il canale). Comunque percorriamo questa bellissima ciclabile sul canale che taglia prima l’Adige e poi il Brenta e dopo un ultimo breve tratto di statale entriamo a Chioggia dove pernottiamo.

La mattina successiva ci imbarchiamo con le bici su di un bragozzo rosso alla volta dell’isola di Pellestrina (meravigliosa) che percorriamo per intero, da Ca Roman a S.Maria del Mare, poi ancora altro imbarco per Alberoni Isola del Lido (meno bella ma con piacevoli scorci) dove arriviamo pedalando fino al palazzo del Cinema di Venezia, obbiettivo raggiunto !

Di seguito le tappe con i km percorsi:

1° giorno Omegna – Belgioioso 140 km
2° giorno Belgioioso – Cremona 112 km
3° giorno Cremona – Mantova 70 km
4° giorno Mantova (riposo)
5° giorno Mantova – Ferrara 95 km
6° giorno Ferrara (riposo)
7° giorno Ferrara – Chioggia 103 km
8° giorno Chioggia – Lido di Venezia 23 km

Totale 543 km percorsi

Ai quali aggiungo gli ultimi 10 infernali km da Isola del Tronchetto alla stazione di Mestre per prendere il treno per tornare a casa. Un percorso irto di ostacoli, lavori in corso e strada pericolosa e trafficatissima, dove naturalmente i veneti che incontri non sanno darti alcuna indicazione utile, non sanno nulla e non sanno nemmeno che esiste la stazione di Mestre. Mah !?!

Conclusioni, viaggio bellissimo e, poiché privo di dislivello, consigliato a tutti, anche ai meno allenati. Comunque pedalare per ore sotto il sole a picco, con le bici cariche di borse posteriori, a 40° gradi afosi e magari controvento non è proprio una passeggiata. Gli anni di gare del Master ci hanno temprato a dovere e sono pur serviti a qual’cosa. Roberta e Biagio non si sono mai lamentati. Grazie Master.

A proposito consiglio di usare bici da ciclocross gommate gravel come abbiamo fatto noi poiché alcuni tratti sono sterrati, strade bianche o asfalto grezzo mal ridotto. Nei centri storici delle città poi trovate pavimentazioni antiche e sconquassate di tutti i tipi. La bici da corsa non è adatta a questo viaggio.

Località attraversate di grande interesse e scorci suggestivi. Paesaggi, natura, cultura e gastronomia al top, del resto … siamo in Italia. Lombardi ed emiliani molto simpatici, disponibili e prodighi di informazioni utili, veneti un po’ meno o forse li ho beccati tutti io ?

sito VENTO