Il Ciclocross è una religione, chi non ha fede non può capire perché 140
fedeli, che si sono incontrati a Borgo d’Ale a Santo Stefano, dopo appena due
giorni si ritrovano a massacrarsi di fatica nel fango di un prato biellese.
Nemmeno
il tempo di lavare la bici dal fango dell’altro ieri e ci risiamo. La divisa
lavata la sera di Santo Stefano e fatta asciugare sul termosifone è stata
indossata stamattina ancora umida.
Per
fortuna che le previsioni meteo glaciali oggi hanno risparmiato il nostro
Piemonte. A Vigliano c’erano ben 8 gradi sopra lo zero e un sole bellissimo
riscaldava i cuori dei praticanti del Ciclocross.
La
Trinità delle 3 F del Ciclocross (Freddo Fango Fatica) per oggi si è
manifestata senza la prima F (Freddo) ma le altre due F sono state profuse in
abbondanza. Il percorso durissimo non ha risparmiato nessuno e i misteri del
Fango e della Fatica sono stati lungamente contemplati.
Non
è mancato anche qualche diverbio a fine funzione fra i fedeli che ha urtato la
sensibilità del resto della comunità ma il buon pastore Riconda coadiuvato dal vicario
Catizzone ha saputo infondere la pace con sermoni edificanti.
Il
pane della comunione, spalmato di gorgonzola, nutella e marmellata, è stato
distribuito in abbondanza a tutti i devoti nel tempio ben allestito dagli amici
biellesi.
Le
pie donne A e B con il caschetto al posto del velo hanno condotto una
processione di 5 gironi infernali (alcune solo 4) che ha visto primeggiare la
fortissima Bellati Sabrina, una maestra del Ciclocross in odore di beatitudine.
La nostra Roberta Nicolini sfoggiava una nuovissima corona del rosario
marchiata Merida ma, pur sgranando il più velocemente possibile le orazioni,
nulla ha potuto contro lo strapotere di Bellati, Cortinovis, Di Prima, Etossi e
le altre.
I
chierichetti facevano a gara per portare la croce e dopo una lotta estenuante sono
giunti a fine processione nell’ordine: Ballini Simone e Barbotti Jacopo
(bravissimo e in crescita), più staccati Tumiati Niccolò e Borella Biagio.
Delle
altre categorie non parlo poiché non conosco i loro riti particolari. Merita un
cenno solamente Arturo Manfrin che, dopo ben mezzo secolo di osservanza
rigorosa delle funzioni domenicali del Ciclocross, si ritira a meditare per
sopraggiunti limiti d’età. Una vera guida per tutti noi.
La
Parrocchia della Iride era presente con i fratelli: Biagio, Jacopo, Luca,
Claudio e Roberta ma non è riuscita a raggiungere il podio dell’altare
maggiore.
A
parte la relazione spiritosa, il Cliclocross è veramente una religione, chi non
lo ha mai praticato non può capire.
Perdonate
loro (quelli che non lo hanno mai professato) che non sanno quello che si
perdono e che si sono persi fino ad ora.