sabato 30 giugno 2007

Brevetto incompiuto della 4 Colli Fausto Coppi – Preparativi e delusione finale


Alla grande impresa della 4 Colli Fausto Coppi mi sono avvicinato allenandomi poco, ma con uscite di qualità. Confido poi sulla mia ormai collaudata resistenza.
Il 16-17 giugno partecipo al mio primo raduno italiano del Club dei 100 Colli a Spinone sul Lago in provincia di Bergamo dopo essere stato accolto nella confraternita ad inizio 2007. In due giorni scaliamo più di 15 colli, tra cui il Colle del Gallo e il Selvino, ma soprattutto il terribile Colle di San Fermo con due Km e mezzo al 12,5% di pendenza media e punte oltre il 18%. Molti soci del Club sputano l’anima lungo questa salita, imprecando con gli organizzatori, mentre io faccio la mia discreta figura ma senza strafare assieme ad altri 3-4 scalatori più abituati a simili pendenze: una iniezione di fiducia.

Poi, dopo un giro di tutti i paesi della Valstrona il 19 giugno, il 26 in un intervallo del lavoro scalo il Ghisallo e la Colma di Sormano in una bella giornata calda e soleggiata, con il lago di Como che luccica splendente mentre scendo a capofitto inanellando tornanti per tornare a Bellagio dove ho lasciato l’auto. Mancano ormai solo 4 giorni al brevetto della Fausto Coppi e mi sento benedetto dai molti santuari mariani che ho visitato negli ultimi giorni (Colle del Gallo, Ghisallo, ecc.).
Invece succede il patatrac. Dopo aver portato la famiglia al mare mercoledì 27 giugno con la Multipla zeppa di bagagli, rientrato a Milano in ufficio il pomeriggio, poi a casa giovedì 28 il tempo per un ultima sgambata in bici fino ad Armeno e Orta, tornato di nuovo a Milano per lavoro il venerdì, parto infine sabato per Cuneo pieno di speranze ma con la pancia fuori posto. Il pomeriggio cerco di dormire qualche ora in albergo prima della imminente lunga notte insonne sui pedali, ma gli occhi restano aperti. Verso le sei cerco di mangiare qualcosa in camera ma ho solo nausea e poco appetito. Alle 19 incontro l’amico Francesco Rech di Borgomanero che con alcuni compagni nel frattempo è arrivato, pronto anch’egli per la grande impresa. Alle 21 di sabato 30 giugno, quando già si sta facendo buio, gli organizzatori danno finalmente il via alla kermesse. Siamo poco più di un centinaio di pazzi. La gente, tra cui molti di coloro che correranno domani mattina la Fausto Coppi, ci applaude mentre lasciamo Piazza Galimberti e ci guarda con apprensione come se partissimo per Caporetto. Una cosa è sicura: per conseguire il brevetto dobbiamo far ritorno qui entro le 21 del giorno dopo…
Da Cuneo al Passo dell’Agnello sono più di 80 Km. Mentre superiamo il Colletto di Rossana avvicinandoci alla Val Varaita, preceduti da alcune auto e moto con i fari accesi che ci accompagnano, è ormai notte. Accendiamo anche le nostre pile poste sul manubrio e iniziamo a salire: Sampeyre, Casteldelfino, Ponte Chianale. Ricordo la strada a memoria. Purtroppo però mi accorgo subito che non è giornata (o, meglio, nottata). Ho problemi di pancia e anche se le gambe girano che è una meraviglia la salita si trasforma in un calvario. Resisto accompagnato da Francesco a cui non dico nulla fino a Ponte Chianale. Poi devo fermarmi per il mal di pancia una prima volta e affranto gli confido il mio handicap. Peccato, siamo tra i primi...
La notte è stellata e splendida. Ma fa freddo. Ci infiliamo i gambali e indossiamo tutto ciò che abbiamo. Maledico il momento in cui ho deciso di non portare lo zaino. Come vorrei ora un thermos di tè caldo e un indumento in più! Batto persino i denti. Vedo arrivare chi era rimasto indietro. Ripartiamo ma dopo un po’ devo fermarmi di nuovo scosso dalla nausea e dai crampi allo stomaco. Riparto una seconda volta e cerco a lungo di resistere, percorrendo alcuni Km come in trance. Ma non c’è niente da fare. A soli 4 Km dallo scollinamento dell’Agnello, dopo interminabili spasmi e un nuovo conato di nausea, mi accascio al suolo e dico a Francesco che devo arrendermi e tornare indietro. A che servirebbe, infatti, arrivare sino in cima in queste condizioni? Chi avrebbe poi il coraggio di scendere in Francia? Mancano ancora 240 Km. per concludere il brevetto e così sarebbe non solo impossibile ma anche pericoloso.
Invano cerco di convincere l’amico a proseguire. Vuole stare con me per aiutarmi, è un vero gentleman. Iniziamo a scendere con la pena nel cuore dopo aver lungamente aspettato questo appuntamento. Non c’è un bar aperto in nessun paese. Per fortuna che Francesco mi accompagna perché il ritorno a Cuneo è una vera impresa: 80 Km intirizzito dal freddo e con un mal di pancia storico. Tante le fermate, non un’anima viva lungo la strada. Dopo avere percorso le ultime campagne all’alba, con il silenzio rotto solo dall’ululare dei cani al nostro passaggio, alle 4:45 del mattino finalmente arriviamo in albergo. Francesco riparte subito in auto per tornare a casa, mentre io salgo in camera esausto e mi infilo prima in bagno e poi finalmente a letto. Punto la sveglia a mezzogiorno incavolato nero, deciso a dormire e dimenticare, ma gli occhi restano aperti e non mi addormento…

Marco Fortis