domenica 17 giugno 2001

Crusinallo-Alpe Quaggione, prima prova Campionato provinciale della Montagna (km 11, dislivello 995 m)

La cronoscalata Crusinallo-Alpe Quaggione è la più lampante dimostrazione che il ciclismo, come la matematica, non è una opinione, ma è fatto di elementi oggettivi (forza, capacità, temperamento, duri allenamenti, ecc.). 

Scorrendo le classifiche ufficiali della gara, tenutasi domenica 17 giugno, appare evidente che a questi livelli di difficoltà nulla avviene per caso e i colpi di scena non sono assolutamente previsti. Tant’è che anche quest’anno ha vinto, come nel 2000, Frigerio, con il tempo straordinario di 36’50”. Secondo, come nel 2000, Fatone, distanziato di soli 6”. E tra i primi, con tempi nettamente al di sotto o appena superiori ai 40 minuti, troviamo i soliti nomi: il gentleman Walter Molini, i senior Mauro Galbignani, Alessandro Giacobbe e Mauro Dresti, il cadetto Michele Lunghi, il veterano Stefano Bilardo, ecc. Per non parlare del supergentleman Vincenzo Vezzoli, che ha chiuso la sua corsa in 39’31”! La competizione era valevole come prima prova del Campionato provinciale della montagna, che quest’anno prevede altresì la Varzo-San Domenico e la Omegna-Quarna.
La Crusinallo-Quaggione è quanto di più duro possa offrire su asfalto la nostra zona. La pendenza media è superiore al 9%, ma in alcuni momenti tocca punte del 18-20%. E’ un po’ il nostro Mortirolo… Da Crusinallo fino a Casale Corte Cerro si possono tenere velocità anche elevate, tra i 20 e i 25 km/h. La media oraria si abbassa quindi nel tratto successivo sino a Montebuglio, perchè per lunghi tratti il cicloamatore medio difficilmente riuscirà a superare i 17-18 km/h. Dopo una breve discesa, la strada riprende a salire sino al circolo di Gattugno, ma è qui che inizia il vero calvario. Dal paese sino all’Alpe Colla non c’è un attimo di tregua se si eccettua un falsopiano di una cinquantina di metri. Tenere i 10-11 km/h è già un bel risultato. Lo stesso si può dire per il tratto che dalla Colla sale sino al Cardello. In molti punti forte è la tentazione di abbandonare… Seguono un paio di chilometri meno impegnativi, ma tutt’altro che da prendere sotto gamba con diversi tornanti al cui termine la strada spiana – ci si passi questo termine – fino al traguardo, con un altro paio di tornantini abbastanza ripidi.
All’edizione 2001 della cronoscalata Crusinallo-Quaggione la Iride Omegna si presenta al via con numerosi atleti: Borella, Borgatta, Bottoli, Fortis, Ongaro, Zaffiretti. Ongaro si impone su tutti i compagni per freschezza atletica e tenuta, chiudendo la propria prova in 45’01” (al 36° posto della classifica generale), che è un risultato di spicco e lo pone al 6° posto nella graduatoria provvisoria categoria cadetti del Campionato provinciale della Montagna, davanti a forti concorrenti come Di Lullo e Gabbi. Anche se diversi altri cadetti più blasonati lo hanno preceduto all’arrivo, la gara di Riccardo ha un notevole rilievo in termini assoluti perchè a questo genere di prove partecipano di solito specialisti puri in tutte le categorie, provenienti anche da fuori zona. Ormai è chiaro che Ongaro è il leader della squadra su tutti i tipi di salite ed io prevedo che su una cronoscalata come la Crusinallo-Quaggione egli possa puntare nei prossimi anni anche ad un tempo intorno ai 42-43 minuti o forse meno. E’ sufficiente che parta più veloce: la prova è che in gara mi ha raggiunto solo a Casale Corte Cerro ed io non ero certo in forma come dirò più avanti.
Borgatta si sta invece dimostrando in questa stagione come lo stradista più completo tra gli “anziani” della nostra squadra. Dopo buone prestazioni in gare da passisti come la Barale-Barale e la Stockalper media “ridotta” di quest’anno, la sua prova al Quaggione (è giunto 8° tra i veterani con un tempo di poco superiore ai 52 minuti) appare notevole, perchè egli non ama le salite troppo ripide affrontate a freddo. Nel 2000 non aveva nemmeno partecipato alla gara temendo di non riuscire a concluderla, mentre quest’anno è salito subito con grande sicurezza al primo tentativo.
La mia prestazione è stata invece inferiore a quella dello scorso anno (quando avevo impiegato poco più di 50 minuti) a causa di un fortissimo raffreddore, che mi ha costretto al “ritiro” persino a metà percorso della “Bicincittà” il venerdì precedente e mi ha obbligato a pedalare in apnea per lunghi tratti della gara domenicale. Sono andato abbastanza bene sino a Gattugno, tenendo testa ad Ongaro, ma poi le rampe mi hanno stroncato. Dopo il Cardello, non riuscendo più a respirare, ho addirittura pensato di ritirarmi, ma, raggiunto prima da Zaffiretti e poi da Borgatta, ho avuto uno scatto di orgoglio: pur non riuscendo più a raggiungere i compagni ho cercato di tenerli a vista, tagliando il traguardo con un ritardo contenuto in una quindicina di secondi. Peccato, perchè con i miei tempi soliti in migliori condizioni fisiche avrei potuto contendere a Franco Lauretta della Domobike (che avevo già superato nel Giro del Mottarone) il 7° posto tra i veterani (e il 4° tra i veterani UDACE della provincia).
Zaffiretti da parte sua ha coraggiosamente salito le rampe con un pignone da 23 denti. Pur non essendosi allenato specificamente su strada quest’anno, ha realizzato un’ottima prova, tagliando praticamente il traguardo spalla a spalla con Gianni. Maurizio Borella, frenato quest’anno da raffreddori ed acciacchi vari, non ha potuto allenarsi molto. Anche per questo va encomiata la sua prima prova ufficiale alla Quaggione, con un tempo di poco superiore ai 54 minuti. Infine Bottoli, nuovo a competizioni di questo genere, ha tenuto duro nei momenti più ostici, riuscendo a completare coraggiosamente il difficile percorso in poco più di un’ora.


Marco Fortis