domenica 27 maggio 2001

Stockalper percorso corto (81,2 km), Domodossola-Bognanco

(dislivello complessivo 1.104 m; salite di Montecrestese (da Roledo), di Trontano, di Fomarco e di Bognanco. Arrivati nel percorso corto: 253. Arrivati nel percorso lungo di 158,3 km - comprendente l’Alpe Segletta: 331)

Bella prova degli atleti della Iride domenica 27 maggio, impegnati sul percorso corto di 81 km della seconda edizione della Stockalper in una splendida giornata di sole. Rispetto all’edizione del 2000, nel percorso corto sono state abolite le salite di Altoggio e del Calvario (che lo scorso anno fecero parecchia selezione): il dislivello è dunque calato (a soli 1.104 m.) e la gara è diventata più veloce e nervosa, maggiormente adatta ai passisti. La predominanza di tratti pianeggianti ha reso assolutamente fondamentale mantenersi all’interno di qualche gruppo, per “succhiare” le ruote dei più volonterosi e non sprecare inutilmente energie da riservare più saggiamente al finale in salita da Domodossola a Bognanco. Dolci i paesaggi, con le strade incuneate tra i prati verdeggianti dell’Ossola, come nei pressi di Calice, dove i ciclisti hanno pedalato tra il fieno alto ormai in procinto di essere tagliato. Sulla strada per Bognanco abbiamo incontrato i soliti tavolini folkloristici con le specialità locali servite da donne in costume della valle e all’arrivo una piccola banda ha rallegrato tutti i corridori con brani di jazz.
Al via la nostra squadra schiera Borgatta, Ongaro (reduce da una paurosa caduta alla “D come Domodossola” della settimana prima, ma fortunatamente senza danni) e Fortis. Per tutti e tre, a fine corsa, media superiore ai 30 km/h. Cronaca della gara. Partenza ad handicap per il sottoscritto, che dimenticava in macchina la pompetta per la camera d’aria (un errore imperdonabile dovuto forse alle eccessive libagioni della sera precedente). Tornato frettolosamente sino all’auto, parcheggiata a mezzo chilometro di distanza, e recuperato il prezioso attrezzo, rientravo appena in tempo nelle griglie ma ero costretto a partire in ultima posizione (nonostante il numero 31 di pettorale…) e ad inseguire faticosamente il gruppone a tutta velocità prima in pianura e successivamente sulla salita di Montecrestese, intasata dai ciclisti più lenti. Riuscivo finalmente a raggiungere in prossimità di Trontano alcuni buoni atleti da tenere come punti di riferimento (tra cui il tenace gentleman Sormani dell’UC Valdossola) e successivamente recuperavo terreno su un altro gruppetto di una ventina di corridori (comprendente anche Gianni). A quel punto, però, incredibilmente, un passaggio a livello chiuso (!!!) della ferrovia Vigezzina a Trontano ci faceva perdere il contatto con numerosi ciclisti già passati da poco sui binari e permetteva anche a molti altri concorrenti (precedentemente distanziati col sudore della fronte sulla faticosa salita in mezzo ai vigneti) di raggiungerci. Nella confusione io e Gianni non ci accorgevamo nemmeno di essere vicini a pochi metri di distanza l’uno dall’altro (l’avremmo scoperto solo dopo, al traguardo).
La corsa di Gianni è stata positiva e ben condotta tatticamente, come alla Barale-Barale. Sempre forte in discesa, Borgatta è rimasto agganciato ad un gruppo numeroso e veloce per quasi tutto il tratto rimanente del percorso, distinguendosi anche sulle due salite conclusive, quando la fila dei corridori ha cominciato a sgranarsi. Gianni ha chiuso al 129° posto assoluto (11° nella sua categoria “veterani 1” su 26 arrivati), immediatamente davanti al citato Sormani. Ongaro, già passato a Trontano prima della chiusura delle barriere del treno, ha disputato una eccellente gara. Superata - questa volta indenne - la discesa di Fomarco, Riccardo si piazzava 94° (26° nella categoria “senior” del Giro delle Regioni su 39 arrivati): un’altra bella gara, la sua, che lo consola della sfortunata prova della domenica precedente dove si trovava subito dopo i migliori prima di cadere. Io, infine, mi sono realmente divertito solo nel finale. Infatti, avevo perso parecchie posizioni nella discesa di Trontano e, in seguito, ho dovuto costantemente correre da solo (sprecando preziose energie) fin quasi a Vogogna prima di riacciuffare un gruppetto, col quale sono rimasto opportunisticamente sino a Pieve Vergonte. Sulla salita di Fomarco, sentendomi molto bene, decidevo (forse un po’ tardivamente) di ingranare la quarta e scollinavo in prima posizione con un ampio vantaggio che riuscivo a conservare persino in discesa, dove è noto che non sono uno specialista. Ho poi continuato solitario (spingendo spesso oltre i 40 km/h) fino a Domodossola. Nel finale, dopo aver superato una ventina di concorrenti isolati sulla salita di Bognanco, per poco non raggiungevo anche Gianni e il Sormani in prossimità del traguardo. Ma non è stata certo una prestazione all’altezza delle mie aspettative, dopo gli inconvenienti e le incertezze che hanno caratterizzato la prima parte della gara. Concludevo al 135° posto (11° “veterani 2” su 23 arrivati).
All’arrivo foto di gruppo con Gianni e Riccardo, che ha affibbiato a noi veterani circa 5-6 minuti di distacco ed è ormai il leader indiscusso della squadra nei piazzamenti assoluti. Nel percorso lungo vittoria di Guidi che stroncava Montanari sulla salita di Fomarco, distanziandolo poi di quasi 5 minuti nel tratto successivo sino a Bognanco.


Marco Fortis